Forse non tutti sanno che i Comuni sono fondamentali nelle azioni di contenimento della crescita del gioco d’azzardo nel nostro Paese. Sono un vero e proprio baluardo di monitoraggio, difesa e contrattacco, perché purtroppo ormai si tratta di una vera e propria lotta.
Oggi abbiamo uno strumento in più per comprendere il ruolo e la funzione dei Comuni: Non così piccoli. L’azzardo online nei piccoli comuni italiani il rapporto di Cgil, Federconsumatori e Fondazione Isscon che, a pochi mesi dalla seconda edizione del Libro Nero dell’azzardo online, approfondisce i dati, mai esplorati finora, dei 3.232 Comuni italiani tra i 2.000 e i 9.999 abitanti, e che corrispondono a un quarto della popolazione italiana e ben al 41% dei Comuni totali.
Conoscere i dati, soprattutto quelli relativi ai comuni piccoli e di medie dimensioni, che pensiamo più lontani da infiltrazioni malavitose è fondamentale per capire la reale portata del fenomeno e provare ad affrontarlo seriamente, anche dal punto di vista normativo, in termini di prevenzione. I recenti provvedimenti del Governo vanno in tutt’altra direzione: invece di intervenire con una legge quadro che riduca l’offerta, si propongono misure pericolose, come la destinazione del 5% dei proventi dell’azzardo ai Comuni o il tentativo di far ricomparire la pubblicità, sebbene in qualche modo mascherata, sulle maglie dei calciatori, aggirando il divieto esistente.
Daniela Barbaresi, segretaria confederale Cgil
L’azzardo sotto casa
Se non bastassero gli oltre 150 miliardi di gioco complessivo del 2023 né il nuovo record annunciato per il 2024, forse possiamo renderci meglio lconto della pandemia d’azzardo in cui ci troviamo tutti immersi, se guardiamo da vicino la nostra città, quanto spendiamo e perdiano, quanti rischi corriamo.
Dal rapporto emerge che, se mediamente si gioca di più nei medi e grandi centri, la quantità di anomalie nella fascia dei piccoli comuni è importante, pur con una decisa maggioranza nei Comuni del Sud. I numeri più alti sono nelle Provincie di Palermo, Messina, Lecce, Cosenza, Napoli, Salerno e Vibo Valentia.
È ormai chiaro a molti che in Italia è necessario sgonfiare l’azzardo online, e sono necessarie politiche nazionali e locali per il contenimento di quello fisico. Nessuno chiede di vietare l’azzardo: oltre che impossibile, sarebbe anche controproducente, e alimenterebbe il canale illegale. Chiediamo, invece, di contenerlo, esaminando la materia attraverso un bilancio sociale, che metta a fianco delle entrate per la collettività, sottoforma di tasse, anche le uscite, in termini di costi sanitari e sociali, gli effetti sui bilanci personali, sulla disgregazione delle famiglie.
Michele Carrus, presidente Federconsumatori
Tante le anomalie registrate
Tornando alle anomalie, un esempio lo troviamo in Veneto che è la Regione che spende meno nel gioco online. Tanto per intenderci, Padova, con i suoi 960 euro annui giocati nel 2023, è lontanissima dagli oltre 3.200 euro di Messina, Palermo e Siracusa. Eppure la prospettiva cambia quando gurdiamo ai piccoli comuni. Ad Anguillara Veneta, 4.161 abitanti, nel 2023 si è giocato online con una media pro capite di 13.073 euro per ogni abitante tra 18 e 74 anni, corrispondente a 1.100 euro mensili e… siamo in provincia di Padova!
Nel report sul gioco online nei piccoli comuni, inoltre, si nota un’anomala presenza di piccole città ad economia turistica che fa pensare che una parte del ricavato dell’economia turistica venga riciclata proprio nell’azzardo online.
Inbfine anche per i piccoli Comuni si conferma che l’azzardo online registra i numeri più elevati nelle aree a maggiore concentrazione della malavita organizzata. Il gioco online ha infatti probabilmente assorbito una parte del riciclaggio esercitato nel passato attraverso le slot machini fisiche
Il ruolo dei Comuni
Il report è un importante documento che aiuta a ridefinire il ruolo dei Comuni in questo contesto di azzardo di massa. Il loro primo compito è infatti quello di regolamentare e contenere l’offerta in costante aumento.
Un compito possibile, come dimostrano alcune esperienze virtuose e che Se questo è un gioco ha intercettato a Modena e a Rho, solo per fare due esempi.
Al contrario, in nome di una presunta libertà d’impresa, si lavora alla riduzione ai minimi termini dei distanziometri, delle limitazioni d’orario, si lavora alla crescita dell’offerta e dei luoghi dove esercitarla. Non a caso questo è un settore dove mancano serie politiche europee e dove in Italia la lobby dell’azzardo è molto ascoltata. Ai Comuni, grandi e piccoli, ai quali dedichiamo il nostro rapporto, chiediamo di opporsi a questa deriva. Oltre a ciò, chiediamo di avviare campagne educative e informative, soprattutto rivolte ai giovani, che sempre di più cadono vittima di questo fenomeno.
Michele Carrus, presidente Federconsumatori
0 commenti