Simone: “Non dormivo, non mangiavo, il mio pensiero era solo il gioco”

la storia di gioco di Simone

Simone passava parte del suo tempo libero in una sala biliardo. Quello che era o che poteva sembrare un passatempo come tanti, si è trasformato molto rapidamente in un incubo. Non per colpa del biliardo, ma perché, un giorno, in quella sala è arrivata la prima slot machine e tutto è cambiato.

Simone si è trovato intrappolato da quella macchinetta e il gioco ha preso il sopravvento sulla sua vita: «Non dormivo, non mangiavo, il mio pensiero era solo il gioco». La moglie lo ha lasciato e per metà della sua vita la figlia non ha avuto un padre. 

Alla fine Simone ha deciso di chiedere aiuto e ha incontrato il Centro Calabrese di Solidarietà che ha permesso di scrivere il lieto fine a questa storia. Oggi Simone la consegna a Se questo è un gioco, perché possa essere d’aiuto a chi sta rischiando tutto a causa dell’azzardo.

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