Non si chiama Ludopatia. Si chiama Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) o anche gioco d’azzardo patologico.
Non vogliamo fare i professori di lingua italiana né scomodare l’Accademia della Crusca. Desideriamo piuttosto mettere a disposizione la conoscenza di Se questo è un gioco e dei suoi partner, nonché degli esperti di gioco d’azzardo che intercettiamo per sensibilizzare quante più persone possibile alla corretta informazione.
Tuttavia, se si usano le parole sbagliate, diventa tutto ancora più complicato.
Perciò… semplifichiamo.
Ludopatia è la parola sbagliata
Ludopatia significa letteralmente “malattia del gioco”. È stata usata per molto tempo, ma oggi è ormai considerata un termine non corretto. La parola latina ludum – da cui deriva ludopatia – significa gioco
e sappiamo che l’azzardo non è un gioco. Ecco perché ludopatia va tolta dal vocabolario.
Tanto è vero che non esiste nella letteratura scientifica né viene usata in ambito medico. Addirittura sempre più esperti e ricercatori ritengono che la parola ludopatia sminuisca la gravità dell’azzardo; il suffisso ludo, infatti, esprime un valore positivo più che indicare una patologia. Un gioco insomma. Niente di più.
Eppure la parola ludopatia rimane diffusa. Tutto è cominciato la Legge di stabilità 2010 che ha introdotto arbitrariamente questo termine di cui poi i media si sono impossessati in modo indiscriminato.
Quindi basta con ludopatia, al massimo usiamo gioco d’azzardo patologico che per un certo pariodo è stato introdotto con il suo acronimo GAP. Oggi però la scienza ci indica il termine corretto: Disturbo da Gioco d’Azzardo.
Disturbo da Gioco d’Azzardo è il termine corretto
Il Disturbo da Gioco d’Azzardo è il termine con cui scientificamente è stato stabilito di definire malattia causata dalla dipendenza dal gioco. Il Disturbo da Gioco d’Azzardo è inserito nel Diagnostic and Statistical of Mental Disorder riconosciuto ufficialmente come pathological gambling ed è classificato nella sezione Disturbi del Controllo degli Impulsi.
Più chiaro e definito di così non si può.
Gli ultimi dati disponibili, provenienti da un’indagine svolta dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2018, parlano di 1,5 milioni di italiani affetti da ludopatia, ovvero la dipendenza dal gioco, che prende il nome anche di disturbo da gioco d’azzardo, prima chiamato anche gioco d’azzardo patologico. Si tratta di una delle dipendenze più diffuse in Italia. Secondo l’analisi condotta e riportata nel report di Oised, il primo centro studi dedicato all’analisi della cura delle dipendenze, il 6% dei 250mila pazienti in cura nel centro è affetto da questa dipendenza. Circa il 66% è invece tossicodipendente, il 24,6% è alcolista, il 3% tabagista e l’1,3% affetto da altre dipendenze. Dai dati del Libro Blu per il 2021 dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, pubblicato lo scorso ottobre, è emerso che la quantità di denaro investita nel gioco d’azzardo nel 2021 è cresciuta del 21% rispetto al 2020, raggiungendo la cifra di 111 miliardi di euro.
L’Istituto Superiore di Sanità ha istituito un numero verde per il disturbo da gioco d’azzardo (800-558822). Istituto nel 2017, conta più di 14.000 telefonate gestite. Tra il 2020 e il 2021 le telefonate sono passate da 2.413 a 3.771, a ottobre 2022 erano a quota 2.627. “Chiamano soprattutto dal Lazio, dalla Lombardia e dalla Campania – riporta l’Iss – Oltre l’81% è venuto a conoscenza del telefono verde tramite Internet. L’utente è soprattutto un giocatore (62%) e tra i giocatori i maschi sono rappresentati per l’83,4%. Tra i familiari la percentuale più alta è rappresentata dalle donne (64,4%). Il servizio offre nella maggior parte dei casi interventi di counselling e orientamento sui servizi territoriali”. Secondo l’Istituto superiore di sanità, il 52% degli studenti 14-17enni, dunque minorenni ai quali sarebbe precluso l’accesso, frequenta sale scommesse.
0 commenti