Lo smartphone come una slot machine. Giochi e incassi, ma, molto più frequentemente, perdi. Tutto comodamente dal divano di casa e, sempre più spesso, dalla cameretta. Eh sì, perché sempre più giovani e giovanissimi scommettono, soprattutto sulle partite di calcio, ma non solo.
Attratti dall’adrenalina del gioco, prima ancora che dall’illusione di facili guadagni. E dal calcio o dallo sport in generale il passo a scommettere su tutto, davvero su qualsiasi cosa, è davvero breve così come è altrettanto breve quello che porta a ore e ore perse nello schermo di una slot, di un bingo o di un gratta&vinci online. Perché alla fine, quando il gioco da problematico diventa patologico, l’importante è continuare a giocare, rubando i soldi dal portafoglio di papà e impegnando i gioielli di mamma al Compro Oro, quando la paghetta non basta più.
Nuove emergenze educative e polidipendenze
Un quadro che sembra essere una diagnosi, quella di una generazione, parliamo anzitutto della GenZ, che sembra essere afflitta da un disagio in espansione a causa del contesto in cui tutti noi comunemente viviamo e che è continuamente drogato da forme di gamification in cui ogni pratica di azzardo è non solo facilmente accessibile, ma anche normalizzata. Questo che genericamente chiamiamo disagio giovanile ha sempre più le caratteristiche della patologia. Una patologia che
ha un nome: dipendenza o addiction. Anzi, spesso non si ha a che fare con una sola dipendenza, bensì con più forme di addiction, tanto che gli esperti parlano di polidipendenze. Sempre più giovani sono infatti a rischio per l’aumento delle zone dello spaccio e del consumo di sostanze, spesso mischiate ad alcol e a psicofarmaci. In questo contesto l’azzardo trova il suo comodo spazio.
A cominciare proprio dalle scommesse che sono una pratica molto semplice, anche perché ci sono piattaforme online specializzate che mettono a disposizione bookmaker sulla base di quote continuamente aggiornate. Questo scenario lo raccontano i numeri e chi ogni giorno si occupa
di accoglienza e ascolto di tanti ragazzi fragili.
Nomisma da 10 anni studia il fenomeno del disagio giovanile unito alle dipendenze e ha svolto
una ricerca sul gioco d’azzardo fra i più giovani.
L’allarme lanciato dalla ricerca Nomisma
L’ultima ricerca è stata svolta a ottobre 2023 e traccia il profilo del giovane giocatore di oggi rispetto a quello del 2014. L’analisi si inserisce nell’ambito di Young Factor Monitor, l’Osservatorio di Nomisma che consente di monitorare, conoscere e comprendere stili di vita, abitudini e valori di ragazzi e ragazze di età compresa tra i 14 e i 19 anni.
Ecco cosa emerge.
I ragazzi dai 14 ai 19 anni giocano meno; negli ultimi 12 mesi il 37% ha giocato almeno una volta contro il 54% di 10 anni fa. Sembrerebbe una buona notizia, ma lo è solo in parte. Infatti chi gioca lo fa più spesso e il canale preferito è online.
Dunque 4 adolescenti su 10 giocano d’azzardo
Il 64% di chi ha giocato lo ha fatto in rete, preferendo in assoluto le scommesse, prima fra tutte quelle sportive. In diminuzione invece il poker online, così come il numero di giovani che si reca in locali fisici per giocare, dove il 40% acquista gratta e vinci, mentre il 29% punta su scommesse.
Quindi ci sono meno giocatori giovani e giovanissimi in assoluto rispetto a 10 anni fa, ma chi azzarda lo fa molto più spesso di prima con un 14% di frequent user, ossia di giovani che giocano almeno una volta a settimana. Si tratta di un 9% in più rispetto a quanto registrato nel 2021.
Aumentano così i casi di giocatori problematici
e patologici in giovane età
E infatti la raccolta da gioco d’azzardo in Italia continua a crescere e il dato è allarmante: 35.026,47 milioni di euro spesi solo nel primo trimestre del 2023 in Italia per tentare la fortuna, con un +14% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Nel 2023 quasi 1 giocatore su 2 gioca online nel 2023
Perché i giovani giocano d’azzardo
È emerso che la rete familiare e amicale ha un ruolo chiave: il 46% lo fa perché spinto dagli amici, mentre
il 32% perché in famiglia si è sempre giocato; il 15% tenta invece la fortuna perché ha bisogno di denaro, mentre un 12% per evasione e svago.
La Gen Z che gioca o scommette pensa agli aspetti ludici del gioco d’azzardo, inteso principalmente come:
passatempo (22%), rischio (20%) o divertimento (19%)
Infine gioca online a casa il 49% dei minori, al bar il 43%, al tabacchi il 39% e nelle sale scommesse il 22%.
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