«Si sono rotti gli argini» e l’azzardo è un rischio per tutti

da | 22 Marzo 2024

Quando si parte dai dati sul gioco d’azzardo in Italia, non ci sono parole, se non quelle che, a corredo dei numeri, aiutano a decifrarli. Se questo è un gioco ha chiesto di partire proprio dai numeri a uno dei migliori esperti di azzardo in Italia, referente sul tema per Avviso Pubblico: Massimo Masetti, coordinatore ANCI Emilia-Romagna e Città Metropolitana di Bologna per il contrasto al gioco d’azzardo patologico e per il gioco d’azzardo. Masetti è anche vicesindaco con deleghe ai Servizi Sociali, alla Sanità, alla Casa, al Lavoro e ai Sistemi Informativi per il Comune di Casalecchio di Reno (Bologna). Quindi dalla teoria dei numeri, tutti i giorni Masetti passa alla pratica della prevenzione e del contrasto ai rischi del gioco d’azzardo.

I dati sono quelli ufficiali e ‘certificati’ dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. E sono allarmanti. E quando li leggiamo non possiamo dimenticarci che esiste anche il sommerso dei numeri della criminalità organizzata.
La Commissione Nazionale Antimafia stima infatti che oggi il gioco d’azzardo rappresenta la prima voce di entrata per le mafie in Italia.

«Ormai l’azzardo ha assunto nel nostro Paese dimensioni incontrollabili: 136 miliardi di euro giocati nel 2022, con una stima per il 2023 di 150 miliardi (parlando del comparto legale, secondo gli ultimi dati resi noti da ADM). È come se ogni cittadino italiano maggiorenne l’anno scorso avesse giocato in azzardo 2.700 euro! Calcolate cosa ci potete fare con 2.700 euro… Inoltre 150 miliardi sono più del 7% del Pil. Molti di più di quanto spendiamo per la Sanità (128 miliardi) o per l’istruzione (52 miliardi) per esempio».

Sono passati 20 anni da quando è iniziata la diffusione senza controllo del gioco d’azzardo in Italia: un business vertiginoso sia per le lobby legali sia per le mafie e un aumento esponenziale del numero dei giocatori e del numero dei malati di ‘gioco’, tanto da parlare ormai di ‘azzardo di massa’.

Massimo Masetti Anci Emilia-RomagnaNel frattempo sono diventate sempre più abili le strategie di marketing per garantire la fruizione dell’azzardo anche da parte dei giovani, tra cui le ragazze che, fino a poco tempo fa, non erano particolarmente interessate al ‘gioco’, mentre adesso sono uno specifico target di riferimento del mercato del gambling.

Le conseguenze di questa rottura degli argini sono evidenti e riguardano il futuro economico, sanitario, sociale e culturale del nostro Paese.

Tutto questo accade in un contesto in cui regnano una serie di paradossi. Il primo è che «al crescere esponenziale del giocato, non aumenta allo stesso modo l’introito erariale, ossia quanto lo Stato guadagna dall’azzardo attraverso le tasse. Dunque la domanda è: Perché lo Stato non pone freni al gioco d’azzardo?».

Prima però: perché l’introito erariale non cresce proporzionalmente al valore del giocato?

Uno dei motivi principali deriva dal fatto che gran parte della crescita del giocato è sempre più imputabile all’online che è molto meno tassato rispetto al gioco fisico. D’altronde, se il gioco online fosse più tassato, ci sarebbe un maggior dilagare dell’illegale. Si tratta dunque di un circolo vizioso. Anzi di uno dei tanti paradossi che ogni giorno creano danni concreti e quantificati, ma di cui nessuno parla. Il tema del gioco d’azzardo e del gioco d’azzardo patologico, infatti, in Italia non viene affrontato in modo sistematico e approfondito da nessun partito e da nessun media.

gioco d'azzardo online

Che cosa per esempio non si sa e che invece dovrebbe interessare tutti i cittadini?

Le persone non sanno per esempio che mediamente nel loro Comune – e sto parlando di quasi tutti i Comuni italiani – viene giocato, ogni anno, circa il doppio del bilancio comunale. Questo significa che in Italia si sta creando una generazione di giocatori. D’altronde l’azzardo lo abbiamo in tasca, perché è nel nostro telefonino. L’azzardo ormai è normalizzato, tanto da non venire più considerato pericoloso. Oggi il percepito comune è cambiato, grazie anche al marketing e ai tanti testimonial famosi che vendono l’azzardo come un divertente passatempo, se non addirittura come un’opportunità economica. Infine il gioco d’azzardo non è più, anche mediaticamente, un disvalore. Sono davvero caduti tutti gli argini. E infatti il gioco d’azzardo in Italia si fonda su un altro grande paradosso.

Quale?

In Italia il gioco d’azzardo è illegale, come sancisce l’articolo 718-722 del nostro codice Penale che recita così: “Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, o in circoli privati di qualunque specie, tiene un gioco d’azzardo o lo agevola è punito con l’arresto da tre mesi ad un anno e con l’ammenda non inferiore a euro 206”. Poi però c’è questa aggiunta: “Fatte salve deroghe dello Stato” che ad oggi ammontano a circa 390! E così oggi gli Italiani sono i maggiori giocatori d’azzardo in Europa, anche se l’azzardo per la nostra legge è illegale.

Cosa succede negli altri Paesi europei?

Nonostante il gioco d’azzardo sia un problema sociale, economico e sanitario in tutti i Paesi in cui viene praticato, praticamente nel resto dell’Europa è legale, però, le norme per la sua applicazione sono molto più restrittive rispetto alle nostre e questo fa sì che si giochi meno rispetto all’Italia.

Il gioco d'azzardo illegale

Perché secondo lei in Italia ci diamo all’azzardo in questo modo?

L’Italia sostanzialmente ha due problemi: il primo è la malavita organizzata che ha capito da tempo quanto l’azzardo sia un business remunerativo. In secondo è che esiste una lobby molto forte che gestisce l’azzardo e che ha agganci e interessi trasversali i quali arrivano addirittura all’interno del Parlamento. Ci sono stati e ci sono parlamentari legati direttamente o indirettamente al mondo del gioco d’azzardo. Per rintracciare i motivi alla base di questa vera e propria pandemia d’azzardo bisogna poi entrare nella complessità di fattori economici e socioculturali. È cambiato il punto di vista del giocatore e la considerazione del giocatore stesso, come dicevo. Se la lingua inglese distingue bene tra game e gambling, ossia gioco e azzardo, l’italiano, purtroppo, pur essendo un idioma assai ricco, mantiene il prefisso ‘gioco’ anche per definire l’azzardo, distorcendo così la percezione. Non possiamo dunque stupirci se nel nostro Paese vengono venduti 72 tagliandi di Gratta e Vinci al secondo, tanto per fare un esempio. Si è smarrita nelle parole e nei fatti la consapevolezza sui cui si reggono i giochi di azzardo, creati perché alla fine vinca sempre il banco. E non è finita…

… cioè?

Lo Stato ha creato una fetta di fruitori che il gioco illegale non avrebbe mai raggiunto, contribuendo così allo sviluppo di una generazione di ragazzi/e giocatori online: un fenomeno aperto anche ai minorenni di cui non si percepisce appieno la pericolosità. Sono infatti esposti al rischio, senza che lo sappiano, anzi credono di poter ottenere un guadagno lecito e proficuo.

legge riordino gioco d'azzardo italia

Quali sono le nuove frontiere dell’azzardo che riguardano i più giovani?

Sono tre: le criptovalute, il gaming unito alle loot box e il trading online.
Le criptovalute hanno come target emergente i giovani e i giovanissimi che, oltre a minare le monete online, possono anche scambiarle e usarle per pagamenti sul web. Basti pensare che si stima l’esistenza di circa 25.000 diverse monete elettroniche che nascono e muoiono di continuo, quindi com’è possibile fare investimenti oculati e sicuri?
In secondo luogo, dal gaming al gambling il passo è facile e le loot box sono una porta spalancata. Dovrebbero essere considerate un gioco d’azzardo, come già lo sono in diversi Paesi europei. L’unboxing è a tutti gli effetti una vera e propria scommessa.
Infine il trading online per chi non ha conoscenze economico-finanziarie è un vero e proprio azzardo. Nel 2022 c’è stato un aumento del 178% delle transazioni su piattaforme di trading. Queste non sono piattaforme bancarie che sono tenute a fornire controlli e una consulenza; spesso inoltre sono ubicate all’estero, non si sa bene dove. Ci sono poi anche siti social dedicati al trading in cui gli utenti copiano quello che fanno altri utenti. Non stupisce dunque che sia stato calcolato che il 78% di chi fa trading online perde. E questo è particolarmente facile in un Paese come l’Italia in cui il livello di educazione finanziaria è molto basso.

criptovalute trading online gioco d'azzardo

Ci sono soluzioni a questa pandemia d’azzardo?

A questo punto non si tratta di diventare proibizionisti per fermare la deriva, ma realisti per raddrizzare il punto di vista. Basterebbe recuperare e diffondere questa regola del gioco per illustrare quanto, a fronte della spesa sostenuta, siano scarse le possibilità di vincita. Invece la percezione diffusa è che si vince facile. Piuttosto che dei testimonial famosi ingaggiati per illudere con la promessa di vincite facili, servono strumenti che permettano alle persone di capire realmente i rischi del gioco d’azzardo. Inoltre lo Stato potrebbe eliminare alcuni giochi inutili dal punto di vista erariale, dai quali cioè non riceve alcuna entrata. E poi, perché non sono segnate le percentuali di probabilità di vincita? Beh, altrimenti nessuno giocherebbe! A nessun gioco, perché, ma tutti, proprio tutti, sono progettati per far vincere il Banco. Lo Stato ha dunque creato una fetta di fruitori che il gioco illegale non avrebbe mai raggiunto, pensiamo agli anziani e ai giovanissimi. Serve perciò dire a chiare lettere e ad alta voce che l’azzardo è pericoloso. Sempre e per tutti.

Anche pepoker online gioco d'azzardor giochi come il poker in cui servono strategia e abilità?

Il poker è a tutti gli effetti un gioco d’azzardo. Anche se sei bravo, tuttavia molto dell’esito  sta nella capacità di interpretare la situazione, serve perciò saper giocare con spregiudicatezza per esempio bluffando; cosa già difficile in presenza, ancora di più online quando non vedi in faccia gli altri giocatori. Questo significa però assumersi sempre ad ogni giocata un altissimo tasso di rischio. Ecco perché il poker è esattamente come tutti gli altri giochi d’azzardo; è una scommessa in cui non c’è una reale correlazione tra abilità ed esito.
Certamente c’è chi vince, ma questo non diminuisce né tantomeno elimina il rischio.
D’altronde c’è pure chi vince al Superenalotto, anche se le statistiche ci dicono che la probabilità di vincita è vicina allo zero, ma poi succede che, una volta ogni morte di Papa, una persona vince. Questo non può indurci a giocare, perché il rischio di perdere così come quello di diventare dipendenti dal gioco è enormemente più alto rispetto alla probabilità di vincita che, ripeto, è vicina allo zero.
Insomma, è un po’ come dire: prendi una vanga e vai a scavare in giardino che magari sottoterra trovi un baule pieno di dobloni d’oro. Ecco, il marketing dell’azzardo ci induce a comportarci così, a scavare nel giardino dei Balocchi.

Quali sono i criteri di pericolosità dei giochi d’azzardo?

Anzitutto la frequenza di vincita, quindi la presenza di ‘quasi vincite’ e poi la frequenza delle giocate che non dà il tempo di riflettere e alimenta la compulsività. Altri criteri di pericolosità sono: la disponibilità e la facilità di accesso a qualunque tipo di gioco d’azzardo sia fisico che online; la continuità del gioco d’azzardo che è disponibile h24; le giocate multiple contemporanee; il tempo di riscossione delle vincite che è brevissimo; la libertà di puntata; il jackpot cumulativo e infine la presenza di effetti sonori e luminosi. Tutti stratagemmi del neuromarketing per far restare il giocatore nella famosa ‘zona’.

Cosa serve per arginare questa deriva?

Serve una legge di riordino del settore. Sono più di 10 anni che la chiediamo ad altissima voce! Deve essere una legge condivisa che abbia come asse portante la salute dell’individuo, non le entrate dello Stato o dei concessionari. Basterebbe basarsi sulla Costituzione. Diversi sono gli attori da coinvolgere, dal Ministero della Salute a quello delle Finanze e del Lavoro fino agli enti locali e all’associazionismo. Al momento è in discussione la legge di riordino sulla parte online, ma è un errore, perché in questo modo il Governo sta slegando il gioco fisico da quello sul web. Non ha senso. Infatti oggi esiste una nuova figura di Giocatore chiamata ‘supergiocatore’ che passa, senza nessun filtro, dal gioco fisico a quello online in un unico flusso. Come si vede, ripeto, si sono rotti tutti gli argini.

rischio gioco d'azzardo

Lo Stato al riguardo cosa sta facendo?

Si sta sottraendo al confronto con la Conferenza Stato Regioni togliendole competenze. Si tratta della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome; è perciò un organo collegiale fondamentale per la collaborazione istituzionale tra lo Stato e le autonomie locali che deliberano in merito all’azzardo, così come su altri temi.

È stato inoltre inserito un nuovo attore istituzionale per quanto riguarda la regolamentazione del gioco d’azzardo: la Consulta permanente dei Giochi Pubblici all’interno della quale ci sono anche i gestori dell’azzardo. Paradossale, vero? Peccato però che esista ormai da tempo l’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave in capo al Ministero della Salute, all’interno del quale non è prevista la presenza dei gestori dell’azzardo. La Consulta invece, oltre ad avere questo evidente conflitto di interessi, è in capo al Ministero dell’Economia. Dunque come possiamo fare prevenzione al disturbo da gioco d’azzardo, se l’organismo che se ne occupa non solo pone la questione economica prioritaria rispetto a quella della salute pubblica e individuale, ma crea i presupposti per un grave conflitto di interessi? Siamo al paradosso elevato al cubo.

In questo contesto quale è il ruolo degli enti locali?

Anzitutto quello culturale. Negli ultimi anni infatti si è persa la percezione della pericolosità insita nell’azzardo. Dobbiamo ringraziare le campagne pubblicitarie e i testimonial famosi che hanno sdoganato l’azzardo come un’opportunità per arricchirsi o comunque per vincere del denaro in modo facile. Gli enti locali poi dovrebbero adottare forme di controllo più diffuse di efficacia, attraverso tutti gli strumenti a disposizione come regolamenti comunali, leggi regionali, app smart dei Monopoli… Per fare questo però servono i dati che danno il quadro dell’evoluzione e dunque aiutano a programmare gli interventi più opportuni. Persiste il paradosso istituzionale per il quale gli amministratori possono richiedere, ottenere e leggere i dati, ma non li possono inserire in delibere, né tantomeno condividere in comunicati stampa o post social, quando poi sono richiesti dal TAR, affinché venga approvato qualsiasi provvedimento in merito. Sapere per poi poter diffondere ed utilizzare le informazioni sui giochi, consentirebbe di prevenire e affrontare i pericoli a cui sono sottoposti individui e realtà di un territorio. Tutto questo però non serve, se non si fa anche prevenzione; dunque bisogna attivare, fin dalle scuole elementari, percorsi di prevenzione sull’azzardo, ma anche sul gaming. Infine, ma non da ultimo, vanno applicati strumenti normativi: le leggi regionali possono introdurre il distanziometro, e poi le  ordinanze comunali possono limitare gli orari di apertura,  oltre a regolamenti per vietare la pubblicità, le sponsorizzazioni e la promozione delle vincite (Si vedano i casi virtuosi di Modena e di Rho, ndr). Tutto questo però vale esclusivamente per il gioco fisico, in attesa di una legge sul gioco online, la prevenzione e la cultura rimangono l’unica soluzione possibile.

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