Il Piemonte contro il Gioco d’Azzardo Patologico

da | 9 Maggio 2024

Più di 7 Piemontesi su 10 hanno amici giocatori, mentre 5 Piemontesi su 10 hanno familiari che giocano d’azzardo. La Regione Piemonte si colloca dunque nella media nazionale per quanto riguarda quella che ormai abbiamo imparato a chiamare la pandemia d’azzardo che affligge il nostro Paese. Regione Piemonte però esce dalla media nazionale, se guardiamo le politiche virtuose di salute pubblica che mette in campo per prevenire e dare risposta al problema della diffusione incontrollata dell’azzardo e del gioco patologico.

I dati sono quelli rilevati da AstraRicerche per Regione Piemonte con una prima rilevazione a febbraio 2023 e una seconda a dicembre 2023 su un campione rappresentativo della popolazione abitante in Piemonte dai 18 ai 75 anni. Lo studio fa parte della campagna di informazione, sensibilizzazione e prevenzione per il contrasto al gioco d’azzardo patologico Perdere tutto non è un bel gioco messa in campo da Regione Piemonte e che fa parte del “Piano regionale per il contrasto, la prevenzione, la cura e la riabilitazione del GAP” approvato con DGR 35-5432 del 22/7/2022, in coerenza con la Legge Regionale 19/2021.

Quello del gioco d’azzardo patologico è un problema di salute pubblica, come conferma SilviaMaria Venutti, referente campagne comunicazione presso Regione Piemonte: «Il comparto che si occupa di Comunicazione in Regione Piemonte collabora con i colleghi della Sanità, attuando le disposizioni di legge della Regione che ha introdotto modifiche proprio per favorire il contrasto al gioco d’azzardo e al gioco d’azzardo patologico. Tutto questo è possibile grazie ai fondi economici che tutte le Regioni hanno a disposizione sia per sostenere le attività di comunicazione istituzionale, – volte alla corretta informazione e sensibilizzazione con l’obiettivo di fare prevenzione – sia per sostenere i Servizi per le Dipendenze Territoriali, dotandoli di luoghi e competenze specifiche per chi soffre di gioco d’azzardo problematico e patologico».

Perdere tutto non è un bel gioco

La campagna di comunicazione che riunisce tutte le iniziative di Regione Piemonte per il contrasto al gioco d’azzardo patologico è Perdere tutto non è un bel gioco. «Gli obiettivi sono due» spiega SilviaMaria Venutti: «La prevenzione, perché tutti i cittadini comprendano che il gioco è una cosa, l’azzardo un’altra come ormai tutte le evidenze scientifiche dimostrano. Il secondo obiettivo della campagna Perdere tutto non è un bel gioco e della politica della Regione in merito a questo aspetto di salute pubblica è far sapere alla cittadinanza che ci sono luoghi dove chiedere aiuto. Se infatti in media dal 3 al 4% delle persone che giocano d’azzardo sviluppa una dipendenza, in Piemonte i malati di disturbo da gioco d’azzardo dovrebbero essere 33.000. Eppure ai Ser.D si rivolgono ad oggi poco più di 1.000 persone. Ecco perché le nostre azioni di comunicazione vogliono intercettare anche i familiari e gli amici. Sappiamo infatti che chi soffre di dipendenza da gioco d’azzardo difficilmente chiede aiuto. È perciò importante che ci sia la conoscenza e dunque la consapevolezza per capire i segnali di rischio». Regione Piemonte sta inoltre potenziando il numero degli sportelli e le modalità di accesso.

I tour per la prevenzione sul territorio

La comunicazione di Perdere tutto non è un bel gioco adotta strumenti, canali e modalità di comunicazione differenti per raggiungere tutte le fasce delle popolazione online e offline. «Il presidio diretto sul territorio è stata la modalità che ha ottenuto maggiori risultati» spiega Silvia Maria Venutti. «Raggiungiamo infatti i cittadini con tour di sensibilizzazione sul territorio, andando nelle piazze, nei festival, alle sagre di paese, nei mercati rionali… Il riscontro che abbiamo è ottimo, anche perché sono sempre presenti operatori che posso attuare sul posto un primo momento di counseling. I tour hanno fatto riscontrare anche un aumento degli accessi ai Ser.D».

La campagna di Regione Piemonte per il contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico tra il 2022 e il 2023 ha messo in campo 167 eventi sul territorio coinvolgendo 1.180 Comuni e 684.000 cittadini e generando online 14.419.774 impression. In particolare il Gap Tour ha organizzato 20 tappe sul territorio.

I numeri del gioco d’azzardo in Piemonte

Al crescere della parte di amici che giocano/scommettono, cresce anche la frequenza personale di gioco, il budget speso, la rilevanza del budget rispetto alle proprie disponibilità, tanto che quasi due piemontesi su tre hanno speso per giochi o scommesse, quasi uno su due lo ha fatto ogni mese e più di uno su quattro lo ha fatto regolarmente, ogni settimana. D’altra parte, ben il 34.4% afferma di conoscere parenti, amici, colleghi di lavoro o affini che hanno un problema di eccesso di gioco d’azzardo con elevatissimi picchi presso i giocatori da più di 1000 €. I dati sono sempre quelli rilevati da AstraRicerche per Regione Piemonte per la campagna Perdere tutto non è un bel gioco.

«Il target dei giocatori e delle giocatrici è estremamente eterogeneo» ci spiega SilviaMaria Venutti: «Si va dai giovanissimi, molti sono i ragazzi di 15 anni che giocano regolarmente d’azzardo, anche perché il confine tra gaming e gambling online è molto labile. E poi ci sono tanti anziani. Tuttavia la fascia d’età più a rischio va dai 18 ai 44 anni, perché giocano a più tipi di azzardo sia online che offline».

Il canale digitale è ampiamente utilizzato: se è vero che il 55% dei giocatori/scommettitori utilizza solo o quasi solo il canale fisico, è da notare che più di uno su quattro utilizza i due canali in misura simile o preferisce quello digitale. Inoltre, all’aumentare della frequenza di gioco aumenta il ricorso al canale digitale, e maggiore è la parte del proprio reddito disponibile utilizzata per giochi e scommesse più si gioca online.

L’irrazionalità del giocatore e la popolazione a rischio

Fra la conclusioni di AstraRicerche c’è «l’irrazionalità del giocare che è ben mostrata da quanti affermano di perdere sempre o spesso: sono il 72.5%. Alcuni ulteriori dati mostrano chiaramente la diffusione (minoritaria ma socialmente molto grave) di comportamenti ‘a rischio’: il 7.5% afferma di giocare all’insaputa di amici e parenti, il 5.8% di vivere situazioni in cui non riesce a smettere di giocare, il 5.0% di sentirsi costretto a iniziare a giocare in certi momenti, il 4.1% che il gioco o la scommessa sono attività essenziali per sé, il 5.5% che le altre persone lo considerano un giocatore forte, ossessivo, maniaco. Queste affermazioni mostrano preoccupanti picchi presso i 18-24enni e presso i 35- 44enni; inoltre è fortissimo il legame con la diffusione del gioco presso gli amici: più il contesto sociale è “giocante”, più si dichiarano comportamenti ‘a rischio’».

Astra Ricerche ha perciò ostruito un indicatore sintetico di negatività del proprio gioco/scommettere: il rischio è particolarmente alto per il 10.8%, purtroppo in crescita. Gli uomini spiccano con il 14%, i 18-24enni con il 19%, i giocatori ‘digitali’ con circa il 25%; ma soprattutto, come già accennato, chi vive in famiglie in cui il gioco è abitudine diffusa arriva al 26% di indicatore ‘alto’ cioè fortemente negativo. Purtroppo, altri elementi della ricerca restituiscono una immagine della popolazione piemontese come ‘a rischio’: il 18.8% è convinto che continuando a giocare la fortuna prima o poi arriverà, il 10.1% gioca perché ha bisogno di vincere; drammaticamente, solo il 46.2% afferma di non giocare mai cifre che non può permettersi.

Quali soluzioni secondo i Piemontesi?

AstraRicerche dopo aver raccolto e analizzato i dati sulla diffusione del gioco d’azzardo fra la popolazione piemontese, ha chiesto ai cittadini quali potrebbero essere secondo loro soluzioni da mettere in campo per arginare questa pandemia da azzardo. Educare i giovani è al primo posto dell’agenda (54.6%) ma anche le soluzioni ostative hanno buon riscontro: “limitare la possibilità di giocare troppi soldi o troppo a lungo” (37.0%), “limitare i giochi on line” (35.0%), proibire certi giochi o scommesse (29.2%: +1.6% rispetto a febbraio 2023). Inoltre, c’è un buon favore al ritirare le licenze a chi non rispetta le norme (30.7%), vietare la comunicazione in modo più stringente (31.6%), accrescere i controlli sui luoghi di gioco (31.0%).

Quanto ha funzionato la campagna di Regione Piemonte?

Con il sondaggio di AstraRicerche è stato rilevato che complessivamente chi è stato esposto alla campagna informativa è molto più propenso a dare un consiglio a una persona che soffre di gioco d’azzardo patologico e pensa di indicare il numero verde regionale molto più spesso. La campagna di Regione Piemonte ha raggiunto quasi un quarto della popolazione locale (23.9%): in modo molto positivo è ricordata maggiormente dai giocatori.

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