Il gioco d’azzardo è un ambito particolarmente permeabile all’illegalità. Anzitutto perché l’azzardo legale è un paradosso, in quanto il gioco è vietato dal nostro Codice Penale, salvo deroghe decise dai governi che hanno il potere di inserire determinati giochi tra quelli autorizzati. Attualmente in Italia è assente una normativa organica sul gioco d’azzardo. Per regolamentarlo vengono inserite, di volta in volta, alcune norme nel Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (T.U.L.P.S.), nelle leggi statali, nei regolamenti delle amministrazioni come l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, nelle leggi regionali, nei regolamenti e nelle ordinanze comunali.
I confini tra legale e illegale sono fluidi e il gambling è un settore in cui le realtà criminali si trovano particolarmente a loro agio
Un’ampia galassia in cui si intrecciano attività legali con azioni e inflitrazioni illegali in un percorso paradossale: più il comparto viene ampliato e aumentano i punti vendita, più le mafie trovano spiragli per inserirsi e opportunità per proliferare, esplorando differenti modalità di penetrazione e di conquista di un settore economicamente rilevante.
La Mafia è, insieme e al Banco e allo Stato, uno dei tre (unici) vincitori del gioco d’azzardo.
Dove incontro il mafioso
Come agisce la mafia all’interno della filiera del gioco d’azzardo?
Quali sono le dinamiche criminali che mette in atto?
Dove, in che punti della filiera, sono rintracciabili le attività mafiose?
Questo processo è stato ben illustrato dal gruppo di sociologi di cui fa parte anche Vittorio Mete, professore associato di Sociologia Politica, presso l’Università degli Studi di Firenze, nell’articolo Mafie e gioco d’azzardo in Quaderni di Sociologia.
«Partendo dall’analisi della cronaca giudiziaria e ripercorrendo il processo di legalizzazione del gioco d’azzardo in Italia, si evince che i mafiosi riescano ad occupare prevalentemente i rami bassi di tale filiera. È soprattutto nell’ultimo anello della catena – quello degli esercenti – che la presenza mafiosa diventa palpabile, sia attraverso l’estorsione monetaria sia con l’imposizione di slot machine di ditte ‘amiche’ […]
La scalata criminale verso i gradini più alti del settore si accompagna al processo di ‘apertura regolata’ del mercato del gioco d’azzardo che, in tempi relativamente rapidi, da ambito sommerso diventa pienamente legale. Ciò incide sulle caratteristiche del contesto in cui il gruppo criminale era abituato ad agire. Il settore diventa allora ibrido, con alcuni aspetti tradizionali (il controllo delle sale slot) che si intrecciano con i cambiamenti tecnologici e organizzativi».
Si capisce allora quanto la fluidità del comparto dell’azzardo in Italia e le continue liberalizzazioni aprano all’illegalità. Ma continuiamo a leggere…
«Il settore è preda di forme diverse di criminalità, più o meno organizzate e con finalità differenti. Tra queste, la più importante è probabilmente il riciclaggio del denaro sporco proveniente da altri traffici illeciti. Questo può avvenire sia attraverso una ‘ripulitura’ dei soldi giocati nelle diverse attività del gambling (si immette denaro sporco nelle scommesse, si ricava denaro pulito dalle vincite), sia investendo nel settore dell’azzardo così come si investe in qualsiasi altra attività economica: acquisendo e gestendo punti scommesse, sale bingo ecc. Accanto al riciclaggio del denaro, i mafiosi possono frequentare alcuni segmenti del settore del gioco d’azzardo per estrarne risorse attraverso gli usuali meccanismi dell’estorsione. Il pizzo, com’è noto, può assumere forme differenti: dal versamento periodico di una somma di denaro, all’acquisto forzato di beni e servizi, fino all’imposizione dell’assunzione di persone gradite al gruppo criminale. Nel caso del gioco d’azzardo, l’estorsione può manifestarsi con la richiesta del pizzo o con la imposizione di beni prodotti o distribuiti dai mafiosi, come ad esempio il noleggio delle slot machine. I mafiosi, infine, possono estorcere denaro ai giocatori baciati dalla fortuna o, forse ancor peggio, possono prestare denaro a tassi usurai a giocatori incalliti e in difficoltà».
I 5 fronti della mafia dell’azzardo
- Riciclaggio di denaro derivante da altri traffici
- Imposizione di beni e servizi, come le slot machine, agli esercenti dei locali
- Estorsione di denaro ai giocatori e prestiti a usura
- Manomissione degli apparecchi di gioco
- Aperture di società formalmente legali
Anche la mafia preferisce le slot machine
Sono loro, le slot machine e le VLT, a essere luogo privilegiato per l’azione criminosa della mafie che si infiltrano nel comparto dell’azzardo italiano.
«A proposito degli apparecchi di intrattenimento, le pratiche più utilizzate riguardano la manomissione tanto delle macchine (per rendere l’alea di rischio più elevata rispetto a quella regolamentare, con maggiori possibilità di perdite per i giocatori e corrispondenti aumenti di entrate illecite per i gestori dei locali), quanto dei collegamenti tra i dispositivi degli apparecchi che contengono le informazioni sul volume delle giocate e il concessionario. Un’altra modalità fraudolenta consiste nell’installazione di dispositivi (cosiddetti abbattitori) che interferiscono nel collegamento telematico. A queste pratiche prevalenti si aggiungono l’attivazione di apparecchi clandestini, non censiti, la clonazione delle smart-card, la trasformazione di videogiochi o giochi di abilità in slot con vincita di denaro, attraverso l’installazione di una seconda scheda.
Un’ulteriore declinazione delle pratiche illecite deriva dal rapporto tra mafie ed esperti del settore, in particolare informatici, nello specifico ambito del gioco online. In merito a queste relazioni, appare opportuno sottolineare l’emergere di organizzazioni suddivise per funzione e segmenti territoriali, legati reciprocamente da rapporti di subordinazione, e dotate di una “strategia aziendale imprenditoriale di alto livello”. Al vertice delle organizzazioni – dedicate alla creazione e alla gestione di piattaforme web illegali per la raccolta di scommesse – vi sono gli amministratori di rete, che controllano l’intero funzionamento del sistema e sono i destinatari ultimi della raccolta. A seguire si trovano i soggetti che intermediano tra il vertice e la base della filiera, rappresentata da centri e corner scommesse o agenzie autorizzate. Questi centri di raccolta delle scommesse sono inseriti anche nel circuito legale, in quanto detentori dell’autorizzazione dell’Aams. Si configurano così due strutture parallele, una legale e una clandestina, della cui esistenza i giocatori sono spesso ignari. L’accordo è analogo a quello evidenziato per altre operazioni: gestione monopolistica delle piattaforme in cambio di percentuali sulle somme giocate».
A me che gioco poco interessa
Probabilmente a chi gioca d’azzardo tutto questo discorso poco importa. Non fa certo differenza né è un deterrente. Tuttavia per quanti fanno parte della società civile indagare quali aspetti del gioco d’azzardo attirino gli interessi mafiosi o lo rendano vulnerabile all’azione predatoria delle mafie dovrebbe essere di interesse. Contribuisce infatti alla conoscenza e quindi alla consapevolezza, senza la quale non può esserci nessuna reale sensibilizzazione. Anche solo perché «la raccolta illegale resta una quota rilevante del mercato italiano dell’azzardo e la difficoltà di garantire un sistema di controllo efficace all’interno di un quadro regolativo ancora poco coerente, esito soprattutto della stratificazione di leggi e provvedimenti, lascia spazio alla diffusione di numerose ed eterogenee pratiche di illegalità». Ecco perché ci riguarda tutti.
Interessante infine scoprire che, a fronte della sempre crescente innovazione tecnologica nel campo del gioco d’azzardo «la nuova configurazione del settore richiede ora la collaborazione di tecnici informatici per lo sviluppo dei software di gioco, di aziende produttrici delle schede da installare nelle slot machine, di sedi d’impresa dislocate in paesi esteri che permettano di neutralizzare l’azione delle agenzie di contrasto».
Una rete sempre più amplia, fluida e ramificata che arriva fin dentro i nostri schermi (pc, tablet, smartphone).
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