Come per tutte le dipendenze, anche per quella da gioco azzardo ci sono sostanziali differenze tra uomini
e donne. Esiste dunque una differenza di genere anche in questo ambito. Le motivazioni che spingono una donna a giocare d’azzardo e ad ammalarsi di Disturbo da Gioco d’Azzardo sono, infatti, diverse rispetto
a quelle che inducono gli uomini ad approcciarsi al gioco. Sono perciò differenti anche le conseguenze che il gioco femminile comporta e dovrebberlo essere pure le modalità di cure.
Lo sa molto bene Anna Franceschini psichiatra
e psicoterapeuta, esperta nella presa in carico
di persone affetta da Disturbo da Gioco d’Azzardo
o gioco d’azzardo patologico (non chiamatela ludopatia) con particolare attenzione alle giocatrici con addiction da gambling.
Perché le donne giocano d’azzardo?
Generalmente le donne giocano d’azzardo per placare stati di ansia e/o di depressione. Dunque trovano
nel gioco una via di fuga, in modo da estraniarsi dai problemi della vita. Perciò, a differenza degli uomini,
non amano i giochi competitivi e cercano meno eccitazione e sfida.
Come mai esiste questa differenza di genere?
Da un punto di vista biologico, le femmine sono più portate, rispetto ai maschi, a soffrire di ansia e di depressione a causa della differente influenza ormonale. Oltre a questo aspetto, c’è anche un fattore
socio-culturale, di genere, dovuto alle pressioni sociali e ai diversi ruoli che donne uomini spesso sono costrette ad assumere.
Quali tipi di giochi preferiscono le donne?
Le donne preferiscono giocare alle slot-machine oppure al gratta e vinci, ma anche a giochi online in cui possono trovare una sorta di straniamento dal mondo. Le donne di una certa età che sono la maggioranza delle giocatrici preferiscono ancora il bingo, soprattutto in presenza così da socializzare con le altre giocatrici. Il tipo di gioco che amano meno sono le scommesse. Le donne inoltre sono presenti online in numero minore rispetto agli uomini, tanto che una parte dell’industria del gioco sta promuovendo prodotti di azzardo online destinati in modo specifico alle ragazze!
Perché l’età media delle giocatrici d’azzardo è più alta rispetto a quella maschile?
Perché online, dove ci sono le ragazze, i giochi, come dicevamo, non sono adatti a loro e poi perché, essendo l’azzardo principalmente una fuga dai problemi della vita, l’identikit della giocatrice tipo, pur difficile
da realizzare, mostra una donna adulta. Generalmente tuttavia si tratta di una donna con problemi familiari
o vulnerabilità sociale ed economica che spesso – come succede anche per altri tipi di dipendenza – ha subito traumi; non di rado inoltre le giocatrici patologiche sono state vittime oppure sono vittime di violenze psicologiche e anche fisiche.
Perché le donne giocano meno degli uomini?
Il numero esatto di donne che giocano non lo conosciamo, in quanto la donna si vergogna più dell’uomo. Su di lei infatti ancora vige uno stigma sociale che la colpevolizza. C’è però anche un aspetto psicologico, insito nella natura femminile:
le donne, infatti, rispetto agli uomini, sono più attente ai comportamenti rischiosi, quindi si frenano di più di fronte ai limiti e hanno un maggior rispetto delle regole. Oggi tuttavia questo aspetto sta venendo meno, poiché ormai il gioco d’azzardo
è un comportamento sempre più normalizzato come il fumo e l’alcol, perciò la donna ha meno remore nel giocare. Continua tuttavia a sentire
la vergogna sociale e il senso di colpa che la rendono restìa a chiedere aiuto; anche perché
di solito nella famiglia è proprio lei a prendersi cura degli altri. È perciò frequente accogliere donne che vengono da sole ai servizi per le dipendenze, spesso la famiglia non le sostiene, e talvolta le colpevolizza.
Quale è la cura migliore per le donne con disturbo da gioco d’azzardo?
Gli interventi psico-terapeutici per le donne con gioco d’azzardo patologico, ma anche problematico, devono tenere conto di molti aspetti correlati fra loro che anzitutto riguardano la condizione familiare e sociale, insieme alla storia personale. Molti, infatti, sono i casi di donne vittime di violenza, presente o passata, psicologica o fisica. Sono spesso donne con alle spalle traumi affettivi. La presa in carico parte dunque dalla conoscenza della loro specifica realtà e punta sugli aspetti relazionali così da sanare le fragilità della singola donna e di quelle che sono tipiche della condizione femminile.
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