Perché servono anche gli SMI, i Servizi Multidisciplinari Integrati per le dipendenze

da | 27 Febbraio 2023

In Lombardia oltre ai Ser.D, ossia ai Servizi per le Dipendenze, ci sono anche gli SMI, i Servizi Multidisciplinari Integrati per le Dipendenze, che sono gestiti dal privato non profit accreditato dal sistema sociosanitario di Regione Lombardia. Entrambi i servizi, pubblico e privato non profit, svolgono “funzione pubblica”.

Perché sono importanti e perché dovrebbero essere diffusi su tutto il territorio nazionale, ce lo spiega Stefano Rizzi, amministratore delegato del Consorzio Gli Acrobati che gestisce lo SMI di Concesio, in provincia di Brescia.

In totale in Lombardia ci sono 12 SMI che si stanno occupando di circa 7.000 persone di cui l’85% uomini di tutte le età, con una media d’età compresa tra i 30 e i 35 anni.

Se ci sono già i Ser.D, a cosa servono gli SMI?

Gli SMI non sostituiscono i Ser.D, ma ne integrano la risposta ai bisogni dei territori. Gli SMI si caratterizzano per alcuni aspetti particolari: l’accoglienza (le persone che chiedono aiuto ricevono un primo appuntamento nell’arco di 2 o 3 giorni), una forte integrazione con il territorio, un’elevata flessibilità a livello organizzativo (orari serali, disponibilità a trovare soluzioni insieme agli utenti, ecc.), ed un’importante capacità d’innovazione in linea con i continui mutamenti del fenomeno delle dipendenze. Negli SMI lavorano team di professionisti che costituiscono l’équipe multidisciplinare: medici, psichiatri, psicoterapeuti, assistenti sociali, educatori ed infermieri. La persona, con problemi connessi al consumo di sostanze o gioco d’azzardo, è al centro e i professionisti lavorano insieme per una presa in carico multiprofessionale e multidimensionale, in stretta connessione con i servizi del territorio (salute mentale, servizi sociali, inserimenti lavorativi, carcere, tutela minori, ecc.). Infine gli SMI, provenendo da realtà del no profit, sono molto connessi al territorio e questo va nella direzione dell’aggancio precoce, ossia stare sul territorio significa intercettare precocemente i bisogni, aumentando la possibilità di successo di un trattamento ambulatoriale.

Gli SMI si trovano solo in Lombardia?

Gli SMI sono stati riconosciuti dall’Atto Intesa Stato-Regione del 5 agosto 1999, ma ad oggi solo la Regione Lombardia ha colto questa opportunità, deliberando l’accreditamento degli SMI nel 2003.

Quale è il legame degli SMI con il gioco d’azzardo?

In Lombardia segnali problematici relativi al gioco d’azzardo erano evidenti già nel 2012 e per questo l’anno successivo il Consorzio Gli Acrobati, grazie a finanziamenti di Regione Lombardia, ha sperimentato l’apertura di 5 sportelli dedicati al gioco d’azzardo. Questo modus operandi si è diffuso anche su altri territori, riconoscendo la validità di tale esperienza.

Cosa è successo in questi anni?

Con l’apertura degli sportelli abbiamo intercettato moltissime persone, parecchie delle quali non si sarebbero rivolte ai servizi delle dipendenze perché considerati i servizi per “tossicodipendenti” (si tratta di uno stigma che non corrisponde alla realtà). Oggi la percezione sta per fortuna cambiando e quindi le persone sanno che gli SMI si occupano di tutte le dipendenze (droghe, alcol, gioco d’azzardo e internet addiction). Più recentemente abbiamo rilevato una differenza, sempre per quanto riguarda il gioco d’azzardo, tra prima e dopo il Covid. Prima del Covid la presa in carico era costante e continua; poi, durante il lockdown, a causa delle chiusure forzate delle sale giochi e della paura delle persone di accedere a un servizio, c’è stato un sensibile calo del fatturato e delle richieste di aiuto. Una recente ricerca di Nomisma ha messo in evidenza il forte aumento del gioco d’azzardo on-line, un’area su cui ci sono pochi dati e che andrà meglio studiata per capire le possibili conseguenze. Già dal 2022 sono infatti aumentate le richieste di aiuto dei giocatori, anche se non ai livelli del 2019.

0 commenti

Invia un commento

Articoli e approfondimenti

Articoli recenti

Ricomincia la scuola: come proteggere i nostri figli dal rischio dell’azzardo

L’inizio della scuola è un’occasione per riflettere sull’educazione e sui rischi meno visibili che i più giovani affrontano, come il gioco d’azzardo. Questo articolo, rivolto ai genitori, propone spunti pratici e riflessioni per riconoscere i segnali, rafforzare l’alleanza con la scuola e proteggere i minori con consapevolezza e vicinanza

La motivazione: il primo passo per la cura dell’azzardo patologico

L’articolo spiega perché la motivazione del familiare è fondamentale per affrontare la ludopatia in famiglia. Il primo passo non è convincere chi gioca a smettere, ma riconoscere il proprio coinvolgimento emotivo e iniziare un percorso di cambiamento personale. Attraverso il modello di Prochaska e Di Clemente, l’articolo guida i lettori a comprendere l’importanza del cambiamento personale, sviluppare fiducia nelle proprie capacità e riconoscere le fasi del percorso di trasformazione. Include consigli pratici immediati per iniziare a modificare le dinamiche familiari disfunzionali e costruire un approccio più sano ed efficace per sostenere davvero chi soffre di dipendenza dal gioco d’azzardo

I fattori di rischio per la dipendenza da gioco d’azzardo

Il gioco d’azzardo patologico non è una mancanza di volontà, ma una malattia complessa influenzata da fattori biologici, psicologici e sociali. L’accesso facilitato ai giochi, le vincite iniziali, l’isolamento, eventi traumatici, disturbi mentali e tratti come impulsività e bassa autostima aumentano la vulnerabilità alla dipendenza. Anche la neurobiologia gioca un ruolo chiave: disfunzioni nel sistema di gratificazione cerebrale alterano il modo in cui il cervello reagisce a vincite e perdite, rinforzando il comportamento compulsivo. La disregolazione emotiva e la mancanza di educazione finanziaria aggravano il rischio. La prevenzione richiede consapevolezza, supporto e attenzione ai segnali precoci

storie di gioco

La storia di una moglie che combatte l’azzardo insieme al marito

La storia di Valentina, moglie di un giocatore d’azzardo patologico, racconta il difficile percorso di una famiglia per superare la dipendenza dal gioco. Tra momenti di crisi e speranza, il loro cammino dimostra che con il giusto aiuto e una rete di supporto si può ritrovare la luce in fondo al tunnel. Una testimonianza di forza, resilienza e amore per ispirare chi affronta situazioni simili.

Azzardo Live

Ricomincia la scuola: come proteggere i nostri figli dal rischio dell’azzardo

L’inizio della scuola è un’occasione per riflettere sull’educazione e sui rischi meno visibili che i più giovani affrontano, come il gioco d’azzardo. Questo articolo, rivolto ai genitori, propone spunti pratici e riflessioni per riconoscere i segnali, rafforzare l’alleanza con la scuola e proteggere i minori con consapevolezza e vicinanza

i nostri esperti

Ricomincia la scuola: come proteggere i nostri figli dal rischio dell’azzardo

L’inizio della scuola è un’occasione per riflettere sull’educazione e sui rischi meno visibili che i più giovani affrontano, come il gioco d’azzardo. Questo articolo, rivolto ai genitori, propone spunti pratici e riflessioni per riconoscere i segnali, rafforzare l’alleanza con la scuola e proteggere i minori con consapevolezza e vicinanza

La motivazione: il primo passo per la cura dell’azzardo patologico

L’articolo spiega perché la motivazione del familiare è fondamentale per affrontare la ludopatia in famiglia. Il primo passo non è convincere chi gioca a smettere, ma riconoscere il proprio coinvolgimento emotivo e iniziare un percorso di cambiamento personale. Attraverso il modello di Prochaska e Di Clemente, l’articolo guida i lettori a comprendere l’importanza del cambiamento personale, sviluppare fiducia nelle proprie capacità e riconoscere le fasi del percorso di trasformazione. Include consigli pratici immediati per iniziare a modificare le dinamiche familiari disfunzionali e costruire un approccio più sano ed efficace per sostenere davvero chi soffre di dipendenza dal gioco d’azzardo

Compagni di gioco

Combattere l’azzardopatia con il gioco sano

Il progetto Un Po’ di Giochi dell’associazione Hauser Dosolo propone un gioco di ruolo educativo per sensibilizzare sul gioco d’azzardo patologico. In collaborazione con Officina Meningi, hanno creato un’esperienza immersiva dove i giocatori impersonano una banda di ladri alle prese con il “colpo della vita”. Il gioco, pur non parlando esplicitamente di azzardopatia, riproduce fedelmente ambienti e dinamiche tipiche delle sale da gioco, offrendo una riflessione sulle logiche di perdita, indebitamento e dipendenza. Disponibile gratuitamente online, è un esempio virtuoso di come il gioco sano possa diventare strumento di prevenzione e consapevolezza.

8x1000 avventista

Se questo è un gioco è un progetto finanziato grazie ai fondi Otto per mille della Chiesa Avventista. Clicca qui per saperne di più.

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.