L’usura va anzitutto prevenuta ma, quando questo non succede, ci sono strumenti e luoghi per aiutare le vittime. Prima di tutto però servono le persone. Professionisti come Luigi Ciatti, presidente dell’Ambulatorio Antiusura di Confcommercio Roma (Lazio) e collaboratore di Fondazione Adventum, che per Se questo è un gioco ci guida nel percorso di conoscenza su indebitamento, sovraindebitamento e usura.
Come prevenire l’usura
Il primo passo è l’educazione finanziaria, quantomai urgente in un Paese in cui mediamente la popolazione non ha conoscenze economiche tali da poter capire come non cadere nel debito e non procrastinarlo. L’educazione finanziaria viene svolta in luoghi come l’Ambulatorio Antiusura che infatti arruola fra i suoi professionisti anche esperti finanziari e commercialisti. «Fa parte dell’educazione finanziaria non solo la conoscenza su come gestire il denaro e le spese, ma anche di quali strumenti la società capitalista mette in campo per spingere le persone a consumare, fino a indebitarsi» spiega Ciatti.
Un esempio è lo strumento della carta revolving, una carta di credito che consente di rateizzare il rimborso degli acquisti per più mesi, comportando il pagamento degli interessi sulla somma prestata, e che si può ottenere anche senza busta paga. La carta revolving si usa dunque come una prepagata che si richiede presso la propria banca, la quale ha il compito di attivarla. Una volta attivata, si può spendere l’intero importo. Generalmente il contratto di finanziamento prevede che, qualora il cliente non paghi un tot di rate, la finanziaria possa risolvere il contratto e chiedere il rimborso immediato di tutto l’importo ancora dovuto dal debitore. Si tratta sempre di prestito di denaro e di restituzione con interessi, ma in questo caso legale. In questo modo però si cela una spinta al prestito, inducendo implicitamente a perdere il controllo delle proprie risorse economiche.
E poi ci sono i pagamenti a rate. Ogni giorno sempre più spesso ci viene offerta la possibilità di comprare senza il pensiero della spesa, perché ci viene proposto un pagamento a rate con l’inizio dei versamenti dopo un anno dall’acquisto. Tuttavia se non abbiamo la possibilità di pagare oggi non è detto che potremo farlo domani, quando chi ci ha erogato il finanziamento inizierà a pretendere la restituzione con tutti gli interessi.
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Appello alle banche
Le banche per prime dovrebbero fare azione di prevenzione al sovraindebitamento e all’usura: «Le banche, che normalmente si comportano da spettatrici, rispetto alle dinamiche di aiuto e prevenzione, sono in realtà il primo soggetto che intercetta la difficoltà delle persone. Sono loro infatti a gestirne il conto corrente, dunque in ogni momento e nel corso del tempo sanno come il correntista sta gestendo il proprio denaro e se ha problemi. La banca, ogni banca, vede salire la febbre dell’indebitamento e non fa nulla. Se non inviare, quando ormai è tardi, la lettera con la richiesta di rientro del fido, che spinge le persone a cercare i soldi per coprirlo. Ma se non si possono prendere dalle banche, il rischio che li cerchino dagli usurai è altissimo».
Cosa fare dunque? «Basterebbe che in questa famosa lettera con la richiesta di rientro del fido segnalassero gli strumenti di aiuto al debito, come i Fondi di prevenzione dell’usura del MEF e le realtà che se ne occupano. Basterebbe indicare che esiste un’alternativa legale».
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Dove e insieme a chi trovare aiuto
Grazie agli esperti finanziari e ai commercialisti che prestano servizio in luoghi come l’Ambulatorio Antiusura è possibile assistere in modo continuo le persone sovraindebitate e le vittime di usura «cominciando a stilare una lista degli impegni finanziari assunti e delle priorità da affrontare» spiega Luigi Ciatti. L’accompagnamento a una nuova gestione economica, nel caso delle vittime di usura, si somma all’attivazione degli strumenti a sostegno finanziario come il Fondo di Solidarietà.
Il percorso per uscire dall’usura necessita tuttavia di un passaggio fondamentale, ovvero la denuncia. “Per questo motivo con noi lavorano anche avvocati penalisti, dato che si ha a che fare con atti criminosi e persone criminali, ma anche psicologi che lavorano sul far maturare nella vittima la consapevolezza che l’usuraio non aiuta e non è un amico e accompagnano le vittime nel percorso di analisi del loro passato e di cammino verso una nuova vita». Per questo argomento ti rimandiamo a La vittima di usura è come un tossicodipendente.
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