Paola Ranalletti è pedagogista e da tempo si occupa di gioco d’azzardo patologico, anche in collaborazione con l’associazione Vinciamo il gioco che si impegna a diffondere una cultura di attenzione e critica verso il gioco d’azzardo, offrendo supporto diretto sia ai giocatori che ai loro familiari. Lei è una dei professionisti accolgono i familiari che si rivolgono al servizio gratuito di supporto che mettiamo a disposizione.
Una dipendenza come quella da gioco d’azzardo patologico non può che coinvolgere tutte le persone legate a diverso titolo alla persona che gioca, tanto che molto spesso succede che le persone che arrivano a chiedere aiuto non siano i giocatori, ma i loro familiari. Il dolore, la disillusione, la rabbia che accompagnano la dipendenza da gioco d’azzardo intaccano tutto il sistema familiare e relazionale, spesso anche quello lavorativo e amicale. Ecco perché in associazione arrivano le richieste dei familiari che ci chiedono in che modo possono essere d’aiuto? Aiutare persone che non riconosco più…
Il coinvolgimento dei familiari: un aspetto centrale
Spesso, le persone che chiedono aiuto non sono i giocatori stessi, che faticano a riconoscere la gravità del loro problema. È più facile che sia un familiare a farlo. La dipendenza da gioco d’azzardo non è mai un problema esclusivamente individuale. Le dinamiche tossiche generate dall’azzardo finiscono per influenzare tutti i membri della famiglia, generando dolore, rabbia, disillusione e, in molti casi, difficoltà economiche e relazionali.
Molti familiari si sentono sopraffatti e confusi, assillati da domande ricorrenti:
- Come posso aiutare mia marito, figlio, compagna, madre, padre… che non riconosco più?
- In che modo posso affrontare una situazione così complessa?
- È possibile proteggerci dai danni economici e emotivi dell’azzardo?
Il progetto di Vinciamo il Gioco insieme a noi di Se questo è un gioco risponde a queste domande, offrendo un supporto integrato e mirato a chi si trova accanto a una persona con dipendenza da azzardo.
Un progetto dedicato ai familiari dei giocatori d’azzardo
Questo progetto vede coinvolte diverse professionalità, tra cui psicologi e psicoterapeuti. Oltre a offrire supporto individuale o di gruppo al giocatore, il progetto si concentra sul cambiamento, partendo da chi per primo fa richiesta di aiuto. Il lavoro di gruppo si focalizza sul problema del giocatore, cercando di comprenderne le cause e le manifestazioni. Si parla in modo pratico e didattico di cosa sia il gioco d’azzardo patologico, delle sue sintomatologie e delle difficoltà che ne derivano.
Ma il progetto va oltre il semplice supporto al giocatore. Si rivolge anche ai familiari, che spesso si sentono impotenti e confusi. In che modo possono aiutare il loro caro che gioca d’azzardo? Come possono affrontare la situazione? Il progetto infatti aiuta i familiari a comprendere che la dipendenza da gioco d’azzardo non è un problema individuale, ma coinvolge l’intera famiglia. La dipendenza intacca i legami familiari, riduce le risorse economiche e crea un clima di controllo e dipendenza.
I familiari imparano a modificare la propria posizione nel sistema familiare, a prendersi cura di sé e a stabilire dei confini sani. La domanda allora non sarà più: Cosa posso fare per lui/le?”, ma “Cosa voglio per me?”.
Un approccio innovativo
Il progetto si sviluppa attraverso un approccio innovativo che coinvolge sia il giocatore sia i suoi familiari, con l’obiettivo di creare un cambiamento a partire da chi per primo chiede aiuto. Il supporto è garantito da un team multidisciplinare composto da pedagogisti, psicologi e psicoterapeuti.
1. Per il giocatore
- Supporto individuale e di gruppo per comprendere le cause della dipendenza e affrontarne le manifestazioni.
- Approcci didattici che spiegano le dinamiche del gioco d’azzardo patologico, le sue sintomatologie e gli effetti pratici sulla vita del giocatore.
2. Per i familiari
Il progetto offre ai familiari strumenti concreti per:
- Comprendere che la dipendenza da gioco è un problema sistemico, che intacca i legami familiari e riduce le risorse economiche.
- Stabilire confini sani e riconoscere i propri bisogni, abbandonando il senso di colpa o l’illusione di poter controllare il giocatore.
- Cambiare prospettiva: da “Cosa posso fare per lui?” a “Cosa voglio per me?”.
Il cambiamento parte dai familiari
Paola Ranalletti sottolinea l’importanza di lavorare prima di tutto sul benessere dei familiari. Spesso, infatti, il primo passo verso la guarigione del giocatore è rappresentato proprio da un cambiamento nell’atteggiamento della famiglia.
Imparare a dire di no, prendersi cura di sé e ristabilire un equilibrio emotivo può influenzare positivamente il giocatore, spingendolo a riconoscere la gravità del problema e, in alcuni casi, a cercare aiuto autonomamente.
Il gioco d’azzardo patologico è una dipendenza complessa che richiede un intervento mirato e strutturato. Coinvolgere i familiari, offrendo loro supporto e strumenti concreti, è fondamentale per interrompere le dinamiche disfunzionali e avviare un percorso di cambiamento. Se tu o un tuo caro avete bisogno di aiuto, contatta l’associazione Vinciamo il Gioco: il supporto gratuito e la professionalità del team possono fare la differenza.
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