Famiglie colpite dalla dipendenza da azzardo

da | 13 Giugno 2025

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia ci sono circa un milione e mezzo di giocatori d’azzardo patologici. I dati però sono pre-pandemici e si attende un aggiornamento. È certo tuttavia che dietro ogni persona dipendente ci sono dalle 7 alle 8 persone — familiari, amici, colleghi, datori di lavoro o dipendenti — che vengono travolte dalle conseguenze. Questo significa milioni di persone coinvolte indirettamente nella spirale della dipendenza. Inoltre l’Italia è il quarto Paese al mondo per perdite legate al gioco d’azzardo, con almeno il 3% della popolazione coinvolta in forme problematiche di gambling. Anche questi dati sono da aggiornare e sono sottostimati.

Eppure, l’attenzione ai familiari è ancora troppo scarsa, non solo nel nostro Paese. Sostenere chi vive accanto a una persona che gioca compulsivamente è fondamentale per spezzare il ciclo della sofferenza e prevenire nuovi danni. Significa prendersi cura di chi, ogni giorno, vive nell’ombra della dipendenza, una dipendenza che fa ammalare tutta la famiglia.

Un ebook gratuito per chi è colpito da vicino

Un’importante risorsa gratuita e scaricabile qui in lingua inglese è Families affected by addiction, che esplora in profondità la condizione di familiari colpiti dalla dipendenza di un congiunto. Il testo è curato da Gallus Bischof, Richard Velleman, Jim Orford, Abhijit Nadkarni e Marcela Tiburcio, membri dell’associazione internazionale AfiNet (Addiction and the Family International Network) che da anni fa ricerca e sensibilizzazione sulla sofferenza delle famiglie coinvolte nelle dipendenze sia da sostanza che comportamentali. 

Per scriverlo è servito un lavoro di squadra, data l’ampiezza e la multidimensionalità del problema. Anche perché gli effetti delle dipendenze (nel nostro caso quella da azzardo) sulla famiglia sono ancora poco studiati, dato che di solito l’attenzione viene rivolta quasi esclusivamente alla persona con addiction. Raramente infatti il familiare viene trattato come destinatario a sé stante di cure. Nella migliore delle ipotesi, viene coinvolto a supporto della terapia del congiunto. Un limite diffuso è inoltre la difficoltà di distinguere le esperienze in base al tipo di legame (partner, genitore, figlio, fratello). Senza questa distinzione, è difficile costruire interventi mirati e riconoscere il carico emotivo specifico che ricade su ciascun ruolo.

Il lavoro di AfiNet nasce proprio da qui: documentare la perdita di benessere e il drammatico calo della qualità della vita di chi vive accanto a una persona con dipendenza. Il volume raccoglie contributi da tutto il mondo, inclusi Paesi a basso e medio reddito, ed esplora anche i casi in cui non esiste un legame affettivo diretto con il giocatore o la giocatrice, ma si è comunque colpiti dalle sue azioni. Pensiamo per esempio a un amministratore condominiale che ha perso tutto al gioco e che comincia a sottrarre denaro dalla cassa del condominio che così si trova con bollette e tasse non pagate.

I numeri globali: oltre 100 milioni di adulti coinvolti

Sarebbero oltre 100 milioni di adulti nel mondo influenzati dalla dipendenza di un familiare. Queste persone, definite AFM – Affected Family Members, sperimentano generalmente stress multipli, senso di impotenza, mancanza di informazioni e uno scarso accesso a reti di supporto. Le conseguenze ricadono non solo sulla loro salute personale, ma anche sui sistemi sanitari e sociali dei diversi Paesi.

Il volume analizza in dettaglio gli ostacoli strutturali che impediscono un supporto efficace: trascuratezza politica, assenza di rappresentanza nelle politiche sanitarie, mancanza di coinvolgimento da parte dei professionisti, stigma sociale. Inoltre, l’assenza di interventi basati su evidenze e la difficoltà di adattarli ai diversi contesti familiari e culturali rendono il problema ancora più complesso.

Differenze di genere: chi soffre di più?

Una delle evidenze emerse è che le donne AFM riportano livelli di stress significativamente più alti rispetto agli uomini. Lo stress degli uomini è più legato a episodi acuti (litigi, minacce…), mentre quello delle donne ha spesso una componente cronica: auto-sacrificio, accettazione passiva, tentativi di nascondere il problema.

Le storie di Helen e di Wendy

Families affected by addiction raccoglie anche diverse testimonianze, come quella di Helen, sposata con Alex da cinque anni. Lei ha due figli adolescenti da un precedente matrimonio e non sa nulla del problema di gioco del marito, finché una sera riceve una chiamata dal pronto soccorso: Alex ha tentato il suicidio con un’overdose di paracetamolo.

Solo allora Helen scopre che Alex ha accumulato oltre 30.000 sterline di debiti, giocando soprattutto a poker online, inizialmente per combattere la depressione di cui è affetto da qualche anno. Ha cominciato scommettendo su alcune partite di calcio nel fine settimana, ma gradualmente ha iniziato a giocare sempre di più. Gioca a poker online, spesso di notte, dopo che Helen va a dormire. Più tardi, inizia anche a giocare con il computer dell’ufficio, durante il lavoro, tanto da ricevere due avvertimenti dal suo supervisore. Quando Helen scopre la verità, prova un vortice di emozioni: rabbia, senso di colpa, impotenza. Deve fare i conti con i debiti, con l’impatto psicologico sui figli, con la paura per il futuro: «Mi sembra di accudire tre figli, non due». E ora non sa più come sostenere economicamente la figlia che sognava l’università. Solo affidandosi a un aiuto professionale, Alex ha cominciato un percorso di recupero, mentre per l’indebitamento ancora oggi i problemi non sono risolti.

Wendy, 34 anni e un figlio piccolo, scopre il problema di gioco di Trevor il giorno prima del loro matrimonio. Trevor ha rubato i soldi del catering ai suoi genitori per giocare. Trevor è un macchinista e lavora a turni. Scommette dai bookmaker durante il giorno, quando ha tempo libero prima di andare a prendere  il figlioJames all’asilo nido. Wendy racconta: «Controllo le sue tasche per trovare le ricevute delle scommesse, quando torno dal lavoro, soprattutto se non sono riuscita a parlare con Trevor durante il giorno». Wendy sente che il marito non riesce ad essere onesto sul suo gioco d’azzardo. Intanto Trevor ha cominciato anche a giocare online e ha detto:  «Usi la carta, non vedi nemmeno i soldi, e perdi sempre di più. Quando perdi ti senti male fisicamente… e vuoi subito recuperare il giorno dopo». Finalmente Travor ammette e di aver bisogno di aiuto e comincia a frequentare i Giocatori Anonimi: «I giochi di video poker erano i peggiori per me – ho solo speso sempre più soldi e tempo, e ho perso un sacco di soldi, il che mi ha fatto sentire davvero male fisicamente – fisicamente malato – e più perdevo, più volevo rivincere il giorno dopo quello che avevo perso. Ho avuto alcune vincite, certo, ma non hanno mai eguagliato quello che avevo perso”». Wendy supporta Trevor avendo il controllo completo delle loro finanze, ma è molto difficile per entrambi: lei si sente molto depressa, sotto pressione perchè deve lavorare ore extra per guadagnare di più, inoltre si è isolata dalla sua famiglia che non conosce l’entità del problema. Dubita di sé stessa come madre e moglie e si sente impotente. Eppure ama molto Trevor e pensa che, se solo riuscissero a risolvere il problema del gioco d’azzardo, tutto andrebbe bene.

Proposte per cambiare rotta

Families affected by addiction sottolinea la necessità di un approccio olistico e multidisciplinare per affrontare i problemi del gioco d’azzardo e il suo impatto sulle famiglie, anzitutto chiedendo una maggiore attenzione alle esigenze dei familiari nei documenti di politica e nei modelli di erogazione dei servizi. Servono inoltre una comunicazione continua e significativa tra le diverse parti interessate (responsabili politici, governo, ricercatori, professionisti, fornitori di servizi e familiari), oltre  astudi che si concentrino specificamente sui familiari di persone con problemi di gioco d’azzardo.

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