Gabriella: “Mi sono salvata quando ho capito che l’azzardo non è un gioco”

da | 4 Luglio 2022

Gabriella ha cominciato a «giocare 20 anni fa, quando sono andata in pensione e mi sono venute a mancare tutte quelle attività che mi riempivano la giornata. Mi sono trovata ad avere del tempo vuoto che non sapevo come riempire. C’erano inoltre la fatica e l’insoddisfazione nel rapporto con l’allora mio marito».

Una carriera nella moda ad alti livelli, quella di Gabriella, che per anni è stata dirigente d’azienda, unica donna in mezzo a tutti uomini, anche molto famosi. Aerei presi come fossero tram, andata e ritorno Milano- Stati Uniti in un week-end, pranzi e cene con musicisti, persino un incontro con la Regina Elisabetta. «Quando ho smesso di lavorare mia figlia era grande e mi sono separata da mio marito, non avevo più la mia vita creativa e frenetica e così ho trovato nel gioco quell’adrenalina, quell’emozione e quella sensazione di essere viva che ritenevo di avere perso. Giocavo esclusivamente al casinò, solo in un secondo momento ho cominciato a giocare anche al bingo».

Gabriella si rende conto di perdere davvero troppi soldi al casinò, dove ormai trascorre gran parte delle sue giornate e che la situazione le sta sfuggendo di mano: «Perdevo sempre. C’è stato un momento che non avrei avuto i soldi, faccio un esempio, nemmeno per comprarmi la caldaia, se si fosse rotta». Finalmente chiede aiuto alla sua famiglia – «ho detto a tutti del mio problema, perché bisogna farsi aiutare, altrimenti non si guarisce» – e arriva perfino a farsi interdire l’accesso ai casinò in Francia e in Svizzera, ma l’impulso di giocare è troppo forte. 

Poi conosce il gruppo di sostengo gestito a Milano dalla dott.ssa Fulvia Prever. 

E così comincia la risalita. Oggi sono quasi due anni che Gabriella non gioca, il lockdown l’ha aiutata, ma ancora di più la consapevolezza che l’azzardo non è un gioco.

0 commenti

Invia un commento

Articoli e approfondimenti

Articoli recenti

Il gaming come porta di ingresso al gioco d’azzardo

Negli ultimi anni, il gioco d’azzardo tra gli adolescenti è diventato un tema urgente di salute pubblica. Nonostante i divieti di legge, sempre più giovani si avvicinano al gambling, anche attraverso forme ibride come i videogiochi che integrano dinamiche simili alle scommesse, come le loot box o i social casino. Questo fenomeno è favorito da modelli di gioco che mescolano intrattenimento, microtransazioni e aspettative di guadagno, generando confusione tra gaming e gambling

Combattere l’azzardopatia con il gioco sano

Il progetto Un Po’ di Giochi dell’associazione Hauser Dosolo propone un gioco di ruolo educativo per sensibilizzare sul gioco d’azzardo patologico. In collaborazione con Officina Meningi, hanno creato un’esperienza immersiva dove i giocatori impersonano una banda di ladri alle prese con il “colpo della vita”. Il gioco, pur non parlando esplicitamente di azzardopatia, riproduce fedelmente ambienti e dinamiche tipiche delle sale da gioco, offrendo una riflessione sulle logiche di perdita, indebitamento e dipendenza. Disponibile gratuitamente online, è un esempio virtuoso di come il gioco sano possa diventare strumento di prevenzione e consapevolezza.

Famiglie colpite dalla dipendenza da azzardo

In Italia, oltre un milione e mezzo di persone soffre di dipendenza da gioco d’azzardo, ma le vittime indirette — familiari, amici, colleghi — sono milioni. L’attenzione verso di loro è ancora insufficiente, nonostante subiscano gravi conseguenze emotive, economiche e sociali. L’ebook Families affected by addiction, curato da studiosi internazionali dell’associazione AfiNet, esplora in profondità l’impatto della dipendenza sulle famiglie, con dati, testimonianze e analisi globali.

storie di gioco

La storia di una moglie che combatte l’azzardo insieme al marito

La storia di Valentina, moglie di un giocatore d’azzardo patologico, racconta il difficile percorso di una famiglia per superare la dipendenza dal gioco. Tra momenti di crisi e speranza, il loro cammino dimostra che con il giusto aiuto e una rete di supporto si può ritrovare la luce in fondo al tunnel. Una testimonianza di forza, resilienza e amore per ispirare chi affronta situazioni simili.

Azzardo Live

Il gaming come porta di ingresso al gioco d’azzardo

Negli ultimi anni, il gioco d’azzardo tra gli adolescenti è diventato un tema urgente di salute pubblica. Nonostante i divieti di legge, sempre più giovani si avvicinano al gambling, anche attraverso forme ibride come i videogiochi che integrano dinamiche simili alle scommesse, come le loot box o i social casino. Questo fenomeno è favorito da modelli di gioco che mescolano intrattenimento, microtransazioni e aspettative di guadagno, generando confusione tra gaming e gambling

i nostri esperti

Il gaming come porta di ingresso al gioco d’azzardo

Negli ultimi anni, il gioco d’azzardo tra gli adolescenti è diventato un tema urgente di salute pubblica. Nonostante i divieti di legge, sempre più giovani si avvicinano al gambling, anche attraverso forme ibride come i videogiochi che integrano dinamiche simili alle scommesse, come le loot box o i social casino. Questo fenomeno è favorito da modelli di gioco che mescolano intrattenimento, microtransazioni e aspettative di guadagno, generando confusione tra gaming e gambling

Combattere l’azzardopatia con il gioco sano

Il progetto Un Po’ di Giochi dell’associazione Hauser Dosolo propone un gioco di ruolo educativo per sensibilizzare sul gioco d’azzardo patologico. In collaborazione con Officina Meningi, hanno creato un’esperienza immersiva dove i giocatori impersonano una banda di ladri alle prese con il “colpo della vita”. Il gioco, pur non parlando esplicitamente di azzardopatia, riproduce fedelmente ambienti e dinamiche tipiche delle sale da gioco, offrendo una riflessione sulle logiche di perdita, indebitamento e dipendenza. Disponibile gratuitamente online, è un esempio virtuoso di come il gioco sano possa diventare strumento di prevenzione e consapevolezza.

Compagni di gioco

Combattere l’azzardopatia con il gioco sano

Il progetto Un Po’ di Giochi dell’associazione Hauser Dosolo propone un gioco di ruolo educativo per sensibilizzare sul gioco d’azzardo patologico. In collaborazione con Officina Meningi, hanno creato un’esperienza immersiva dove i giocatori impersonano una banda di ladri alle prese con il “colpo della vita”. Il gioco, pur non parlando esplicitamente di azzardopatia, riproduce fedelmente ambienti e dinamiche tipiche delle sale da gioco, offrendo una riflessione sulle logiche di perdita, indebitamento e dipendenza. Disponibile gratuitamente online, è un esempio virtuoso di come il gioco sano possa diventare strumento di prevenzione e consapevolezza.

8x1000 avventista

Se questo è un gioco è un progetto finanziato grazie ai fondi Otto per mille della Chiesa Avventista. Clicca qui per saperne di più.

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.