I numeri spesso spiegano meglio delle parole. Sicuramente raccontano il gioco d’azzardo in Italia in modo chiaro, diretto e veritiero. Quindi è il momento di… dare i numeri.
L’AZZARDO DI MASSA: UNA VERA PANDEMIA
I numeri ci dicono che in Italia il gioco d’azzardo in tutte le sue forme, legali e illegali, è un fenomeno imponente e dannoso per la società, in quanto:
- causa indebitamento e usura;
- favorisce la criminalità
- genera dipendenza patologica.
I numeri ci dicono che possiamo parlare di “azzardo di massa”. I numeri inoltre mostrano chiaramente l’entità del danno sociale ed economico che l’azzardo di massa genera: un impoverimento che tocca tutti i componenti della società. Per questo motivo le conseguenze del gioco d’azzardo interessano da vicino tutti noi, cittadini, istituzioni e imprese. Basti pensare che in 11 anni – dal 2008 al 2019 – il giocato in Italia è aumento del 132%, passando da 47,5 a 110,5 miliardi di euro di raccolta.
Il termometro della febbre d’azzardo che brucia il nostro Paese è dato dalla Raccolta, ossia dal numero complessivo delle giocate, quindi del denaro scommesso o puntato. La Spesa invece è l’effettiva perdita, data dalla differenza tra Raccolta e Vincite che quantifica il danno causato alle tasche dei cittadini.
La Raccolta in Italia è di 110 miliardi di euro. Una cifra così imponente da corrispondere al fabbisogno del servizio sanitario nazionale. Cosa ci dice questo numero? Significa che migliaia di persone ogni giorno e ogni ora della giornata investono sulla fortuna, lasciando sempre più da parte le proprie capacità e competenze. Una sorta di spostamento delle risorse personali – cognitive, relazionali ed economiche – verso il nulla.
La Spesa, invece, che tutti noi paghiamo, anche se non giochiamo, negli ultimi anni si è stabilizzata in poco più di 19 miliardi di euro. Si tratta di denaro che potrebbe altrimenti finanziare, in un decennio, un nuovo Recovery Fund. Una Spesa così ingente da decretare quella che, a tutti gli effetti, potremmo chiamare l’azienda “Azzardo Spa” che si posiziona al quarto posto per fatturato in Italia.
A questo punto possiamo fare una semplice operazione matematica. Suddividendo l’ammontare
delle giocate (110 miliardi di euro) per il numero dei giocatori effettivi (circa 18,5 milioni),
si ottiene un giocato pro-capite annuale pari a 6.000 euro.
Se dividiamo la Spesa annuale per il totale dei giocatori effettivi in Italia, risulta che circa 18,4 milioni di persone ottengono perdite annuali per 1.054 euro che equivalgono a circa 88 euro al mese per ogni singolo giocatore. Continuando a ragionare con la calcolatrice in mano, scopriamo che nel 2019 su 14 mensilità di stipendio il percepito medio netto di un operaio è stato di 1.364 euro, quello di un impiegato di 1.561. Perciò se osserviamo i vari capitoli di spesa, notiamo che mensilmente si perde in azzardo quanto una singola persona spende, nello stesso periodo, per l’acquisto di carne (59 euro) e frutta (30 euro).
I dati a cui ci riferiamo per la maggior parte sono quelli che Avviso Pubblico ha raccolto nel libro La pandemia d’azzardo e si riferiscono al 2019. Il 2020, infatti, a causa della pandemia da Covid-19, è stato un anno anomalo, con la chiusura del gioco fisico per circa sei mesi.
IL COSTO DELLA SALUTE PUBBLICA
La stima dei giocatori d’azzardo problematici varia dall’1,3% al 3,8% della popolazione generale, mentre la stima dei giocatori d’azzardo patologici varia dallo 0,5% al 2,2%. Significa che in Italia vi sarebbero da un minimo di 300.000 fino ad un massimo di 1.300.000 persone con problemi di dipendenza.
Per quanto riguarda i più giovani invece una ricerca del 2018 dell’Istituto Superiore di Sanità rivela che 673.000 i minorenni della fascia d’età tra i 14 e i 17 anni hanno avuto accesso al gioco d’azzardo legale, pur non avendone i requisiti per legge. Inoltre 1 quattordicenne su 4 (il 24%) ha dichiarato di aver giocato almeno una volta nella vita. Questa percentuale arriva al 35% se si tratta dei diciassettenni. Questi dati però sono pre-pandemia e quindi pre-lockdown che tutti sappiamo cosa ha significato per i più giovani. Si rileva inoltre che giocano molto di più i ragazzi (486.000) rispetto alle ragazze (187.000). Da segnalare inoltre la percentuale di problematici tra gli studenti: il 10%, pari a 68.850 ragazzi a cui si aggiungono altri 80.000 ritenuti “a rischio”. Come negli adulti infine anche nella fascia d’età 14-17 anni si riscontra un’associazione tra comportamento di gioco e stili di vita non salutari: fumo, consumo di alcool e di altre sostanze. Infine un altro aspetto allarmante è l’età di iniziazione al gioco: tra i problematici il 40% ha infatti cominciato ad accedere all’azzardo tra i 9 e i 12 anni, spesso spinto a imitare il comportamento degli adulti in famiglia.
Secondo gli ultimi dati contenuti nella Relazione al Parlamento 2020 sul fenomeno delle Tossicodipendenze in Italia e quelli relativi all’indagine ESPAD Italia elaborata dal CNR, infatti, la popolazione under 25 resta in assoluto la più esposta all’adozione di comportamenti a rischio di dipendenza, fra cui quelle legate al gioco d’azzardo, favorito dalla costante connessione a internet: il 10,4% degli studenti tra i 15 e i 19 anni ha puntato soldi reali nel mondo virtuale, accedendo attraverso lo smartphone, senza esclusione per i minorenni i quali riescono a superare le restrizioni imposte dalla legge. Al gioco d’azzardo risultano dati altrettanto allarmanti anche sulle cosiddette dipendenze digitali, come quella dei videogiochi e di Internet (l’11% degli studenti risulta essere a rischio).
Non c’è tuttavia solo il problema della malattia ‘clinica’ legata all’azzardo, ossia del Disturbo da Gioco d’Azzardo. L’altra faccia della medaglia dell’azzardo di massa riguarda i costi sociali. Un giocatore problematico o patologico, infatti, rende meno a lavoro e molto spesso lo perde. L’azzardo assorbe almeno 100 milioni di giornate lavorative degli Italiani, corrispondenti a un terzo di quelle dedicate alle vacanze. Inoltre, soffre di più malattie, per esempio cardiache legate all’ansia o all’insonnia, quindi fa maggiore uso di farmaci. Spesso il giocatore problematico o patologico fa uso/abusi di fumo, alcol e altre sostanze che creano altre dipendenze. In Italia, in questa categoria, si stima che ci siano 1.500.000 persone. Infine l’onda lunga dei danni causati da un giocatore d’azzardo coinvolge i figli e in generale le generazioni future perché i costi oltre che personali sono anche sociali. Non dimentichiamoci che sono almeno otto le persone che vengono inevitabilmente coinvolte nel cerchio caldo del disagio di chi cade nella trappola del gioco che gioco non è.
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