Il tema economico ha molto spazio e molto peso nella decisione che spinge il giocatore o la giocatrice d’azzardo patologici a chiedere aiuto. Lo sa bene Carmen Locandro, un passato da bancaria e 37 anni come socia e volontaria del Centro Calabrese di Solidarietà a Catanzaro. Nato per il recupero delle persone con tossicodipendenza, oggi il Centro si occupa anche di persone con disturbo da gioco d’azzardo e fa parte del progetto A Carte Scoperte
Quando è andata in pensione, Carmen Locandro ha deciso «di mettere a disposizione le mie conoscenze economico-finanziarie a servizio di chi ne ha bisogno. In particolare mi occupo di fare ordine nel caos economico dei giocatori d’azzardo e delle loro famiglie.
Inoltre tengo incontri di prevenzione sui rischi del gioco d’azzardo sia nelle scuole che nelle parrocchie del territorio.
Tuttavia, nonostante la prevenzione e gli interventi che si possono fare in merito alla dispersione economica, causata anche dall’azzardo, la prima azione che è necessaria è quella che si chiama educazione finanziaria.
È infatti proprio a causa di una inadeguata conoscenza sulla gestione del denaro – guadagni e spese, entrate e uscite – che facilmente e rapidamente ci si indebita e ci si sovraindebita, fino spesso a cadere nella trappola dell’usura».
Il recupero di chi si è sovraindebitato
Al Centro Calabrese di Solidarietà Carmen Locandro accompagna chi è indebitato all’uscita dai debiti, tracciando la sua situazione finanziaria.
«Per prima cosa si riuniscono tutti i debiti, consolidandoli in un unico prestito a un tasso inferiore, poi si può fare ricorso alla Legge 3 del 2012 Antisuicidio che dà la possibilità a chi è in una situazione di sovraindebitamento di uscirne, attraverso alcune procedure che possono vantare di una protezione giuridica particolare. Infine chi si è indebitato a causa del gioco non può gestire denaro, anche per le piccole spese quotidiane. Serve dunque qualcuno, di solito un familiare, che gestisca il denaro per lui o per lei. Contemporaneamente attiviamo una serie di incontri per aiutare sia chi è caduto nella trappola dell’azzardo sia i suoi familiari a un uso responsabile del denaro e una conoscenza di base per la gestione delle proprie finanze».
Come imparare a gestire le proprie finanze
Vademecum di educazione finanziaria di base per prevenire il rischio di indebitamento:
- Tenere il bilancio familiare, segnando le entrate e le uscite con la data e l’entità del denaro, così da valutare l’andamento economico a metà mese e rendersi conto se e quando affrontare le future spese. Le uscite non devono costantemente superare le entrate
- Analizzare quali sono i propri bisogni reali, ossia chiedersi se ciò che ci viene continuamente offerto dalle varie forme di pubblicità in cui inevitabilmente incappiamo tutti i giorni sia davvero necessario
- Imparare a consumare in modo consapevole, cambiando, quando necessario, le proprie abitudini
- Classificare i propri bisogni, dividendoli in primari e secondari.
Emergenza giovani
«In particolare per i ragazzi l’educazione finanziaria andrebbe integrata nelle scuole» sottolinea Carmen
«dato che per loro si tratta anzitutto di una educazione comportamentale».
Ecco gli step fondamentali per una base di educazione finanziaria da attuare anzitutto verso i più giovani:
1. Partire con l’alfabetizzazione finanziaria cominciando con l’imparare concetti come: inflazione, diversificazione, rendimento e spread, più dati utili a capire se fare o no un’operazione finanziaria. Banca d’Italia ha messo a disposizione un utile strumento: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/quaderni-didattici/index.html?dotcache=refresh
2. Imparare a valutare le conseguenze di una scelta finanziaria
3. Avere consapevolezza dei propri bisogni reali e saper distinguere tra bisogni primari e secondari, quindi imparare a concentrarsi su desideri e passioni ben individuati, senza disperdersi in falsi bisogni.
Il progetto A Carte Scoperte «è molto importante per i giovani e stiamo riscontrando come riesca facilmente a intercettarne un buon numero.
C’è infatti un bisogno enorme e urgente; basti pensare che ci sono ragazzi di terza media che fanno trading online e comprano bitcoin con i propri smartphone, senza nessuna consapevolezza su quali siano i propri reali bisogni».
Storie di gioco e di debiti
Sono tante le storie che Carmen Locandro incrocia nel suo lavoro da volontaria presso il Centro Calabrese di Solidarietà, come quella di Gianluca (tutti i nomi sono di fantasia) figlio di genitori separati e affidato alla madre che però è sempre stata assente; a 21 anni si è dato al gioco d’azzardo. Sta ancora affrontando il suo percorso di recupero che è molto difficile.
E poi c’è Enrico che durante il periodo di Erasmus all’estero negli anni di università inizia a giocare per divertimento e ad assumere cocaina insieme ad alcuni compagni di studio, cadendo così in una doppia dipendenza. In questo caso la famiglia è molto presente, in particolare la mamma che interviene tempestivamente e in modo fermo e deciso, avviando il figlio al Centro.
Ci sono anche adulti come Alberto, padre di due bambini piccoli che è arrivato a giocarsi tutto. Conto corrente vuoto e risparmi volatilizzati. Anche in questo caso la presenza della famiglia, in particolare della moglie, è stata decisiva per il recupero. Lei infatti lo ha supportato con fermezza. Oggi Alberto è uscito dalla sua dipendenza ed è diventato volontario del Centro.
Infine c’è Andrea che ha provato diverse comunità di recupero, fino ad approdare a San Patrignano da cui è scappato. Una volta a casa, però, la fermezza di sua madre che gli ha dato un ultimatum ha costretto Andrea a impegnarsi in un reale percorso di guarigione che è avvenuto al Centro Calabrese di Solidarietà. Oggi sono quasi due anni che Andrea non gioca e sta pensando di sposarsi con la sua fidanza, un’altra donna che gli è stata vicina con fermezza.
0 commenti