Presentata la terza edizione del Libro Nero dell’azzardo, realizzata da CGIL, Federconsumatori e Fondazione Isscon. Un documento prezioso per comprendere, dati alla mano, il fenomeno dell’azzardo in Italia. Ne emerge una continua crescita della raccolta che el 2024 ha raggiunto i 157,4 miliardi, equiparabile al 7,2% del PIL e superiore di 20 miliardi in confronto alla spesa sanitaria complessiva: «Quindi è uno scenario che ci fa capire quanto oggi il gioco d’azzardo in Italia abbia un peso e un ruolo enorme rispetto alla vita delle cittadine e dei cittadini del nostro paese e incida anche fortemente nell’economia» ci dice Massimo Masetti referente per il gioco d’azzardo di Avviso Pubblico che ci aiuta a leggere e a capire i dati.
I numeri dell’azzardo in Italia nel 2024
La raccolta dell’azzardo in Italia nel 2024 ha raggiunto i 157,4 miliardi, registrando un più 6,6% rispetto al 2023 3 il più 42,5% sul 20219. La raccolta pro-capite, per ogni cittadino con più di 18 anni, ha raggiunto i 3.137 euro e perciò le perdite per gli Italiani sfiorano nel complesso i 23 miliardi, corrispondenti al reddito medio netto di 1.150.000 lavoratori e lavoratrici a tempo pieno. Mentre a livello nazionale l’azzardo fisico non ha ancora raggiunto i livelli pre-pandemici, l’azzardo online è cresciuto di 10 miliardi nel 2024 (+12,2%) raggiungendo i 92,1 miliardi, contro i 65,3 dei diversi giochi fisici, in lieve calo sull’anno precedente.
I conti attivi online hanno infatti ormai superato i 20 milioni, prossimi ad uno ogni due cittadini nella fascia 18-74 anni, dove si concentra la quasi totalità dei giocatori. Ovviamente un singolo giocatore può avere a disposizione anche decine di conti gioco, ma in Italia si stimano, nel solo canale online, 4,5 milioni di giocatori attivi nel 2024, in crescita quasi del 10%. Anche se il superamento del canale online su quello fisico è cosa avvenuta da tempo, riguarda soprattutto il centro-sud, dove la malavita organizzata e l’economia grigia e nera utilizzano l’azzardo in remoto come modalità conveniente per il riciclaggio di capitali sporchi. Con questi numeri ci siamo aggiudica un primato: siamo il primo Paese in Europa per il mercato dell’azzardo.
Leggiamo insieme il report
Come spiega Massimo Masetti, questi numeri non solo ci pongono al primo posto in Europa, ma «se andiamo poi a verificare la perdita media verso lo stipendio medio, diventiamo primi anche a livello planetario». Eppure era prevedibile se analizziamo il ventennio 2004-2024: «Vediamo infatti che la spesa in azzardo è aumentata di più del 650%, mentre il prelievo da parte dello Stato, ossia il prelievo dell’erario, è aumentato solo del 54%. Una crescita costante nel tempo, soprattutto negli ultimi anni, fatto salvo nel 2020. Dalla mappatura si vede come alcune zone e alcune regioni, soprattutto del sud, concentrino un’alta presenza di gioco, soprattutto online e la Commissione Nazionale Antimafia ci dice che questo è uno degli strumenti che le mafie utilizzano per riciclare denaro. E proprio la Commissione Nazionale ci dice che l’azzardo è oggi la seconda fonte di introito delle mafie dopo il narcotraffico»
Cosa fare dunque? «Gli obiettivi da affrontare sono molteplici perché dovremmo, in primo luogo, cominciare a ragionare nei termini di una riduzione dell’offerta, cosa che non avviene, anzi, in realtà l’offerta continua scientificamente ad aumentare. Questo rapporto nazionale esce in piena fase di discussione della legge di riordino del settore azzardo. Legge che il governo ha voluto scindere in due parti, dividendo la parte relativa al gioco online da quello fisico, la parte online è già stata stata approvata, mentre quella sul gioco fisico è in corso di discussione. Riteniamo un errore già solo aver diviso in due macro aree questo tema, perché l’azzardo in realtà è uno solo, le criticità e anche le conseguenze sono assolutamente sovrapponibili tra l’online e l’offline. Inoltre lo scenario che abbiamo di fronte è alquanto problematico, perché nella legge di riordino si parla di azzeramento delle distanze dei luoghi sensibili, il cosiddetto distanziometro che è stato uno degli strumenti utilizzati dalle Regioni per ridurre la presenza di azzardo sui territori. Si parla inoltre di azzeramento delle ordinanze sindacali sulla parte che riguarda la regolamentazione degli orari di apertura degli esercizi che vendono azzardo. Se a questo aggiungiamo il fatto che si è ormai ampiamente venuti meno al divieto di pubblicità con diversi escamotage, da prima i siti di news sportive» la volontà politica oggi sembra remare a favore della diffusione del gambling.
«Crediamo che non basti dire gioca responsabilmente, ma bisogna effettivamente creare i presupposti di consapevolezza dell’azzardo, mentre invece lo abbiamo sdoganato, facendolo diventare parte della nostra quotidianità» così da eliminare la percezione del rischio.
Veniamo dunque al cosa fare: «Alcune cose sono già emerse, ad esempio quella fondamentale, cioè la riduzione dell’offerta. Anche altre questioni sono assolutamente importanti, come ad esempio limitare la pericolosità dei giochi intervenendo con delle misure di carattere anche tecnologico. E poi ridurre la massima puntata, ridurre il tempo di gioco consecutivo, aumentare invece il tempo tra una giocata e l’altra e depennare dalla lista di giochi leciti quelli che sappiamo essere più pericolosi dal punto di vista dell’addiction o più pericolosi dal punto di vista delle infiltrazioni mafiose. Questo sarebbe già un un risultato. Poi una normativa chiara, questa è fondamentale per poter cominciare a ragionare seriamente di che cosa sarà l’azzardo in Italia nei prossimi anni e smettendo di ricorrere a normative d’emergenza».
Come per esempio «la quarta estrazione del Lotto che è stata inserita nelle varie azioni per sostenerela popolazione alluvionata della Romagna è poi diventata nei fatti strutturale, perché nel bando del gioco del Lotto si parla di quattro estrazioni a settimana e non più di tre. Quindi il paravento sociale dell’aiuto agli alluvionati diventa poi un paravento, punto, perché quella quarta estrazione diventa strutturale, ossia un’opportunità di gioco d’azzardo in più per tutte le Italiane e gli Italiani. Ecco, questo sistema deve finire. L’altra questione fondamentale è la trasparenza da parte di ADM sui dati relativi ai giochi e ai territori in cui vengono giocate questi questi soldi perché ci dà la possibilità di programmare e intercettare le criticità da da diversi punti di vista e attuare di conseguenza un’intensificazione dei controlli. Con un offerta così enorme dal punto di vista numerico e così diffusa diventa infatti pressoché impossibile per la Guardia di Finanza fare controlli capillari».
Infine ma non da ultimo «una questione che diventa veramente centrale è quella di una corretta informazione. Deve smettere questa sorta di vulgata in cui l’azzardo è un’opportunità e deve tornare l’idea che l’azzardo è un pericolo. Ognuno poi sceglie se giocare o meno, ma consapevole del fatto che tutti i giochi sono costruiti non per far vincere chi gioca d’azzardo, per far vincere il banco. Questo anche in quelle che io definisco le nuove frontiere dell’azzardo, ossia il trading online e il gaming».
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