«Avevo un lavoro e gestivo i soldi dei clienti, ma mi sono giocato tutti i loro soldi. Intanto mi sono fatto una famiglia, ma a me piaceva giocare… così ho rovinato anche il rapporto con i miei cari, fino a dover vendere la casa, perché mi ero giocato ancora una volta tutti i soldi». La storia di Marco è forte, come lo sono tutte le storie di chi è caduto nella trappola del gioco d’azzardo, ma è forte anche la storia del suo recupero
https://www.youtube.com/watch?v=sOyq82c_A68Le storie di gioco a lieto fine hanno tutte la stessa conclusione: il giocatore patologico capisce che è ora di smettere e sceglie di chiedere aiuto: «Alla fine, quando ho deciso di farmi aiutare, ho smesso di giocare e sono stato meglio. Oggi sono 19 anni che non gioco». Così è come dovrebbero finire tutte le storie di gioco e per questo motivo Se questo è un gioco raccoglie e condivide le testimonianze di ex giocatori ed ex giocatrici, perché possano essere d’esempio. Ci potrebbero essere però anche altre storie. Che tutti noi preferiremmo. Storie in cui non ci sono giocatori e non ci sono happy end, perché si è fatta prevenzione. Anche per questo motivo dunque testimonianze come quella di Marco sono preziose da conoscere e condividere, affinché sempre meno persone debbano lottare per scrivere il proprio lieto fine.
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