Paolo è abituato a ricevere frequenti e insistenti notifiche da siti di gioco d’azzardo. Perché lui è un frequentatore di casinò online, ma anche di ricevitorie, sale slot e sale bingo. Però non è un giocatore. Eppure conosce il gioco d’azzardo meglio del giocatore più incallito.
Non ti stiamo proponendo un rompicapo.
Ti vogliamo semplicemente far conoscere Paolo Canova che, insieme a Sara Zaccone e Diego Rizzuto, ha fondato Taxi1729, società torinese
di divulgazione scientifica.
Paolo, Diego e Sara fanno comunicazione,
ma sono, rispettivamente: un matematico,
un fisico e una letterata, e svolgono formazione scientifica nelle scuole e pure a tanti adulti.
«Nel 2010 avevamo l’esigenza di spiegare la matematica senza annoiare, comunicandone la bellezza» ci racconta Paolo. «Abbiamo allora deciso di usare il calcolo delle probabilità che a scuola viene insegnato poco e che invece è molto interessante, perché risulta molto utile nella vita di tutti i giorni».
Che cosa c’entra il calcolo delle probabilità con il gioco d’azzardo?
Il gioco d’azzardo serve per spiegare proprio il calcolo delle probabilità. Quando più di 200 anni fa i giocatori chiedevano il motivo delle perdite e delle vincite ai matematici, è nato il calcolo delle probabilità. Da sempre, infatti, il giocatore d’azzardo, soprattutto se patologico, pensa di conoscere le teorie di vincita e crede che la propria strategia gli porterà buoni frutti. E così gioca, gioca e continua a giocare, convinto che sul lungo termine otterrà la vincita che gli cambierà la vita.
Quindi per studiare il gioco hai frequentato i luoghi dell’azzardo?
Sì, per prepararci e studiare abbiamo visitato casinò, bingo, tabaccherie e sale slot e frequentato siti online. E così l’algoritmo mi ha scambiato per un giocatore!
Grazie a Taxi1729 molte persone hanno scoperto e stanno scoprendo la matematica e anche i rischi oggettivi del gioco d’azzardo.
Finché nessuno spiega la matematica e la divulga è come se la matematica non ci fosse e le persone vivessero inconsapevoli di molti meccanismi e funzionamenti della realtà e della loro mente che sarebbe utile invece conoscere e riconoscere. Per quanto riguarda poi il giocatore d’azzardo esiste un gap molto profondo tra le sue credenze o convinzioni e la scienza matematica.
Per i giocatori questo gap cosa comporta?
Ciascun giocatore – ne abbiamo conosciuti parecchi – ha una sua teoria: c’è chi fa dei calcoli, c’è chi si affida al pensiero magico, c’è chi ha approntato un proprio metodo personale… si può facilmente immaginare quali conseguenze comportino tali convinzioni senza basi oggettive e razionali.
Come funziona il metodo divulgativo di Taxi1729?
Si tratta di un approccio esperienziale: mostriamo prima di tutto perché il gioco è così attrattivo e poi smascheriamo, numeri alla mano, l’improbabilità della vincita sul lungo periodo, nonché la certezza matematica della perdita. Come? Giochiamo insieme. Soprattutto i giovani sono sensibili a quello che mostriamo e dimostriamo, perché spesso si riconoscono nei meccanismi che noi rendiamo evidenti. Molti ci hanno detto di avere avuto delle illuminazioni di consapevolezza, alcuni hanno anche smesso di giocare. E poi ci sono stati anche giocatori che si sono arrabbiati, quando hanno scoperto la verità sul funzionamento del gioco d’azzardo, perché si sono sentiti presi in giro.
Facci quale esempio di quello che fate…
Abbiamo giocato a Win for Life con centinaia di migliaia di persone, simuliamo giocate alle slot machine, analizziamo migliaia e migliaia di Gratta e Vinci perdenti, restituendo al giocatore la reale probabilità di vincere e analizzando i meccanismi che ci tengono incollati a questi giochi.
Cosa risponde a chi dice di vincere o di aver vinto somme importanti?
Se si vince in modo sistematico questo accade non perché si gioca, ma perché ci si imbatte nel baco, nel bug, nell’errore del sistema, e si è così bravi da sfruttarlo. Semplicemente ci cadi dentro e vinci. È successo, è vero, e lo raccontiamo anche noi, ma quasi sempre quelle storie non si possono replicare: trovare bachi è molto più difficile di quanto si creda.
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Matematica a parte, che cosa avete scoperto durante le vostre esplorazioni fisiche e digitali nel mondo dell’azzardo?
Abbiamo capito il punto di vista dei produttori d’azzardo che si nascondono dietro la legalità del gioco e l’illusione che le persone scelgano ‘liberamente’ di giocare, ma anche che ‘se non lo faccio io tanto lo fa qualcun altro’. Abbiamo anche compreso a fondo la psicologia che ci sta dietro e che ha sempre più trasformato il business dell’azzardo nel business per i malati. E così, da un progetto in partenza solo matematico, la divulgazione dei meccanismi sottesi al gioco d’azzardo e alle sue conseguenze (sempre in perdita) si è sempre più spostata verso l’ambito psicologico.
Non mi dire che adesso quando entri in una libreria compri più libri di psicologia che di matematica?
Proprio così! Sono convinto che gli psicologi dovrebbero conoscere la matematica e i matematici la psicologica.
In che senso?
Ci sono studi che hanno dimostrato come i giochi d’azzardo siano concepiti con caratteristiche specifiche che inducono alla dipendenza come: le quasi vincite, la velocità di gioco, la frequenza di gioco, luci e suoni, la disponibilità e la facilità di accesso… Ciascuno gioco ha il proprio valore di rischio intrinseco che è stato preventivamente calcolato da chi i giochi li produce.
Per esempio?
La Lotteria Italia non ha un alto tasso di induzione alla dipendenza, perché c’è una volta sola all’anno, anche se i biglietti sono facilmente reperibili. Infatti non ci sono giocatori dipendenti da questo tipo di lotteria. Le slot machine e ancora di più le VLT hanno al contrario un tasso di rischio molto elevato in ciascuna delle categorie esposte sopra e, infatti, la maggior parte dei giocatori patologici è dipendente da questo tipo di gioco. Anche i Gratta e Vinci hanno un tasso medio-alto non solo perché facilmente reperibili, ma soprattutto a causa delle quasi vincite. Si è insomma dimostrato che sono proprio le regole dei giochi a causare la dipendenza.
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Hai giocato parecchio, come hai fatto a non cadere nella trappola dell’azzardo?
L’approccio matematico mi ha garantito un certo distacco, un po’ come se leggi un thriller, conoscendo già il finale. Tuttavia, quando giochi, che se ti lasci andare all’istinto, è molto facile cadere nelle trappole cognitive insite nell’azzardo, nonché nelle dinamiche persuasive della tecnologia, concepita con l’aiuto, guarda caso, delle neuroscienze e della psicologia.
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