Ecco come il nostro cervello ci fa giocare d’azzardo

da | 21 Ottobre 2022

Quando giochiamo d’azzardo, veniamo ingannati costantemente dal nostro cervello. Per la verità questo accade anche in diverse occasioni della nostra vita quotidiana, non necessariamente legate all’azzardo. E succede perché si attivano i cosiddetti bias cognitvi. Si tratta dei giudizi o dei pregiudizi che non corrispondono alla realtà, ma che vengono sviluppati sulla base dell’interpretazione della realtà a partire dalle informazioni in nostro possesso. Anche se non sono logicamente connesse tra loro.

Il nostro cervello si ritrova a dare una rappresentazione distorta e poco veritiera della realtà che ci circonda. Questa rappresentazione distorta nasce dal fatto che, di tutte le informazioni a cui siamo esposti, riusciamo a percepirne solo il 50%, e di queste, solo il 7% rimane impresso nella nostra mente.

In altre parole, i pensieri (automatici e irrazionali), relativi a un evento o a una situazione, sono influenzati dagli “schemi cognitivi” presenti nel nostro cervello. Si tratta dei modi di pensare con cui ci rappresentiamo la realtà. Come possiamo eliminare questi schemi ingannevoli? Non possiamo! 

L’unica soluzione, per non esserne vittime, è imparare a riconoscerli.  Se non ci accorgiamo di stare attivando un bias cognitivo, infatti, rischiamo di commettere errori di valutazione, in ogni ambito della nostra vita. Questi errori possono causare danni, anche molto gravi, quando si gioca d’azzardo. Per esempio, un’erronea percezione del concetto di casualità e delle possibilità di vincita o di perdita porta a perdere anche ingenti somme di denaro in breve tempo. 

I bias cognitivi del giocatore d’azzardo

Molti giocatori credono di poter controllare le proprie vincite o di poter prevedere gli esiti del gioco. Non è infrequente, infatti, riscontrare in loro idee come quella che: perdere molto aumenta le probabilità di vincite future o che vincere molto indica la possibilità di altre vincite future. Quando il giocatore sperimenta l’esperienza della perdita, in seguito ad una previsione di vincita, si crea in breve tempo una dissonanza cognitiva. Si tratta di una sostanziale distanza tra ciò che si crede e la realtà dei fatti, che evidenzia come la probabilità di vincere al gioco d’azzardo sia del tutto casuale e quindi indipendente dalle convinzioni del giocatore. È a questo punto che il giocatore inizia a sviluppare varie strategie, conseguenti le sue specifiche distorsioni cognitive, ritenendo così di poter aumentare la probabilità di vincita. Queste false credenze, che inducono il giocatore a ritenere di poter controllare eventi che in realtà vengono determinati dal caso, sono responsabili in larga misura del mantenimento del disturbo da gioco d’azzardo. Le distorsioni cognitive fanno sì che i giocatori formulino una errata valutazione dei risultati del gioco, la cui conseguenza sarà quella di essere convinti che nel tempo i risultati saranno in qualche modo pareggiati. E poi c’è l’imperfetta percezione delle probabilità da parte del nostro cervello che il matematico Paolo Canova ci ha spiegato molto bene. 

bias cognitivo del giocatore d'azzardo

I principali bias cognitivi che possiamo imparare a riconoscere

Fallacia dello Scommettitore

Ci fa pensare che eventi del passato influiscano su eventi futuri: “Se per quattro volte è uscito il nero, allora è più probabile che esca il rosso”.

Eccesso di Fiducia

Ci fa credere di avere capacità che non sono provate dalla realtà: “Sono più bravo di altri nell’indovinare i numeri fortunati… Capisco benissimo i meccanismi del gioco… Conosco le strategie giuste per vincere”.

Tendenze dei Numeri

Induce il nostro cervello a individuare tendenze e “leggi” relative a distribuzioni casuali che non esistono: “Se il numero tarda a uscire, sicuramente ha più probabilità di venire estratto. Se invece il numero è appena uscito, ci vorrà un po’ perché venga estratto di nuovo”.

Correlazione illusoria 

Il nostro cervello correla due eventi che non hanno nessun legame di causa e conseguenza fra loro, eppure lui li ritiene interdipendenti: “Continuo a comprare i Gratta e Vinci nello stesso posto, perché lì ho vinto una volta… Gioco sempre alla stessa slot machine, perché una volta a quella macchinetta ho vinto”.

Avaliability of other wins

È l’errore logico in cui incappa il nostro cervello che distorce la stima delle probabilità, quando veniamo a conoscenza delle vincite realizzate dagli altri (tramite i media o esperienze più o meno dirette):

“In quel bar tabacchi è stato comprato un Gratta e Vinci vincente… Ho visto al telegiornale ed è avvenuta una grossa vincita al Lotto… vedi che allora vincere tanto capita regolarmente e quindi per vincere basta continuare a giocare!”.

Pregiudizi inerenti la memoria

Ci fa fare inconsapevolmente riferimento più spesso alle nostre esperienze positive di gioco, piuttosto che a quelle negative che di fatto dimentichiamo: “Vinco più spesso di quanto perda… Non perdo poi così tanto… Mi capitano spesso eventi fortunati” 

distorsioni cognitive

0 commenti

Invia un commento

Articoli e approfondimenti

Articoli recenti

Le emozioni di chi gioca d’azzardo

ll gioco d’azzardo patologico è classificato come un disturbo del controllo degli impulsi. Le persone affette possono sviluppare una dipendenza simile a quella da sostanze, sperimentando sintomi di astinenza, ma anche tante emozioni che vanno riconosciute per poter fornire aiuto

Come proteggerci dai debiti dell’azzardo

L’illusione di vincere per risolvere i propri problemi economici porta spesso a cercare ulteriore credito per continuare a giocare, generando un circolo di debiti sempre più difficile da fermare. Il gioco d’azzardo diventa sia una causa che un effetto del sovraindebitamento: un effetto, perché la persona gioca per sfuggire alle difficoltà economiche; una causa, perché il gioco stesso genera indebitamento e può portare alla dipendenza.

Azzardo: come aiutare i tuoi cari

Chi vive in famiglia con una persona affetta da dipendenza da gioco d’azzardo o comunque con un comportamento compulsivo con il gioco spesso fatica a comprenderne i comportamenti. Questa difficoltà è assolutamente normale e per poterla superale o quanomeno gestire al meglio, è fondamentale capire i motivi che stanno alla base della dipendenza del proprio caro.

storie di gioco

Massimiliano, l’azzardo e Giocatori Anonimi

Massimiliano è stato un giocatore d’azzardo per gran parte della sua vita. Oggi sono più di 11 anni che non gioca, grazie all’incontro e alla frequentazione di Giocatori Anonimi. La sua è una intensa testimonianza che dimostra perché il gioco d’azzardo non è un divertimento, non è un vizio e soprattutto non è un gioco.

Azzardo Live

Le emozioni di chi gioca d’azzardo

ll gioco d’azzardo patologico è classificato come un disturbo del controllo degli impulsi. Le persone affette possono sviluppare una dipendenza simile a quella da sostanze, sperimentando sintomi di astinenza, ma anche tante emozioni che vanno riconosciute per poter fornire aiuto

i nostri esperti

Le emozioni di chi gioca d’azzardo

ll gioco d’azzardo patologico è classificato come un disturbo del controllo degli impulsi. Le persone affette possono sviluppare una dipendenza simile a quella da sostanze, sperimentando sintomi di astinenza, ma anche tante emozioni che vanno riconosciute per poter fornire aiuto

Come proteggerci dai debiti dell’azzardo

L’illusione di vincere per risolvere i propri problemi economici porta spesso a cercare ulteriore credito per continuare a giocare, generando un circolo di debiti sempre più difficile da fermare. Il gioco d’azzardo diventa sia una causa che un effetto del sovraindebitamento: un effetto, perché la persona gioca per sfuggire alle difficoltà economiche; una causa, perché il gioco stesso genera indebitamento e può portare alla dipendenza.

Compagni di gioco

Leonardo Becchetti dice no al gioco d’azzardo

La sfera economica entra a piene mani nel discorso del gioco d’azzardo.

Il professore Leonardo Becchetti spiega copme dietro la questione dell’azzardo ci sia un problema più radicale e profondo: la vita è fatta di beni di confort – che ci danno una soddisfazione a brevissimo termine che producono dipendenza – e di beni di stimolo, i più importanti sono quelli su cui bisogna fare prima un investimento per poi godere dei risultati.

Iscriviti alla newsletter