Gambling, gaming e giovani a rischio. Quello che dicono i numeri del CNR

da | 2 Novembre 2022

Sabrina Molinaro è Dirigente di Ricerca presso l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e coordina un gruppo di una trentina di ricercatori che, fra le altre cose, studiano, analizzano e mettono a disposizione di tutti la sintesi dei dati sul fenomeno dell’azzardo e della dipendenza da gioco. Si tratta di una fotografia, sempre aggiornata, della salute individuale e sociale in relazione a un problema che investe tante persone e tante famiglie, e che impatta a più livelli sulla società. Un problema in continua e inarrestabile diffusione, come mostrano i dati dell’Agenzia Dogane e Monopoli. 

Creare conoscenza attraverso i dati

«Quello che facciamo è creare conoscenza attraverso i dati» spiega la dott.ssa Molinaro «Il nostro è un gruppo di lavoro che diffonde, dopo averli opportunamente analizzati, risultati di natura epidemiologica, provenienti dai singoli territori del nostro Paese. La maggiore difficoltà che incontriamo è proprio nel reperimento dei dati, perché spesso non vengono messi a disposizione». 

Si tratta a tutti gli effetti di un monitoraggio continuo che ha assunto anche i connotati di una vera e propria missione. Per questo motivo, oltre all’autorità che deriva dalla natura stessa del lavoro scientifico, l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR è ormai a tutti gli effetti fonte di autorevolezza, nonché punto di riferimento imprescindibile se si vuole avere un quadro chiaro e veritiero del fenomeno azzardo nelle sue diverse sfaccettature: dalla diffusione capillare alla dipendenza con particolare focus sui giovani e sul rapporto con il gambling e il gaming. A partire dalla formazione e dall’educazione… dei genitori. 

La formazione e il ruolo della famiglia

Presso l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, il gruppo coordinato dalla dott.ssa Molinaro si occupa anche di sensibilizzazione e formazione rivolte a: studenti, familiari, operatori che prendono in cura i giocatori: «Il disturbo da gioco d’azzardo problematico» sottolinea Sabrina Molinaro «è in parte veicolato dalla grande esposizione, che mette tutti potenzialmente a rischio. C’è ancora molto da fare per far conoscere il fenomeno dell’azzardo, dato che sono ancora alte le percentuali di persone che ritengono di potersi arricchire con il gioco e/o credono che l’azzardo sia solo questione di abilità. Queste convinzioni, più simili a false credenze, si consolidano man mano che il giocatore assume un comportamento di gioco problematico». Si chiama «dispercezione della conoscenza» che, per essere contrasta o in qualche modo ‘sanata’, necessita dell’evidenza dei dati. I numeri, infatti, hanno il potere di smascherare gli inganni e le illusioni che l’azzardo per sua stessa natura crea. 

Così, numeri alla mano, si scopre come «il monitoraggio parentale costituisce un fattore di protezione, qualora sia presente, o di rischio, qualora sia scarso o assente, per lo sviluppo di comportamenti problematici nei figli come il gioco dazzardo».

IPSAD® – Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs

L’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR è anche l’ente che dal 2001 al 2017 ha condotto gli Studi IPSADÆ; la più recente rilevazione è attualmente in corso in tutta Italia e il prossimo rapporto verrà pubblicato tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Si tratta dell’unico studio libero e indipendente, in quanto autofinanziato dal CNR, sulle abitudini di vita nella popolazione italiana tra i 18 e gli 84 anni. 

Questa ricerca nello specifico monitora i consumi di sostanze psicoattive come alcol, tabacco, cannabis e i comportamenti rischiosi legati al gioco d’azzardo, oltre all’uso di internet e dei videogiochi, assieme a fattori sociali come le abitudini alimentari e gli stili di vita.

IPSAD

GAPS – Gambling Adult Population Survey

Il gruppo di lavoro di Sabrina Molinaro ha inoltre condotto specifici studi regionali, che si chiamano GAPS (Gambling Adult Population Survey), commissionati da alcune Regioni italiane nell’ambito dei Piani regionali di contrasto al gioco d’azzardo. Come ci spiega la dott.ssa Molinaro «l’intento è quello di analizzare e descrivere il fenomeno della diffusione del gioco dazzardo, attraverso lutilizzo della metodologia standardizzata e scientificamente consolidata delle indagini epidemiologiche IPSADÆ ed ESPADÆItalia e di acquisire un quadro informativo di dettaglio territoriale» in grado di rappresentare e analizzare:

  • Diffusione del gioco
  • Caratteristiche socio-demografiche dei giocatori
  • Comportamento di gioco (frequenza e giochi preferiti, luoghi di 
 gioco, soldi spesi, ecc.)
  • Grado di problematicità correlato e percezione del rischio
  • Associazione tra comportamento di gioco e caratteristiche socio-demografiche, individuali, ambientali e comportamentali.

GAPS

Un focus particolare si è potuto svolgere per il Piemonte in merito agli effetti della normativa sulle limitazioni temporali al gioco d’azzardo tramite apparecchi da gioco AWP e VLT, e unitamente alle principali evidenze riguardati la prevalenza di gioco d’azzardo, le caratteristiche economiche e gli effetti della normativa. Attualmente è in corso il secondo studio, cioè il follow-up dello studio GAPS 2018/2019, che aiuterà a capire quali sono stati gli effetti di lungo periodo dell’applicazione delle normative a livello territoriale.

GAPS Piemonte

I risultati saranno pubblicati nel corso dei prossimi mesi, mentre altri importanti monitoraggi si sono potuti eseguire in Toscana, Abruzzo, Emilia Romagna, Umbria e Friuli Venezia Giulia, Sardegna.

Studio ESPAD® – scuole e adolescenti

Anche le scuole e gli adolescenti sono un target importante dei monitoraggi condotti dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, in quanto l’azzardo è un fenomeno piuttosto comune fra gli adolescenti, nonostante il divieto di gioco per i minori di 18 anni. Nato nel 1995 come studio collaborativo indipendente, lo Studio ESPADÆ  raccoglie dati a livello nazionale (ogni anno) ed europeo (ogni 4 anni) coinvolgendo oltre 600.000 studenti di 6.000 scuole. 

«In generale, sono diverse le variabili che influenzano i comportamenti legati al gioco dazzardo nei ragazzi» spiega Sabrina Molinaro. «La letteratura ha evidenziato unassociazione fra gioco dazzardo e numerosi fattori ambientali come la prossimità e la facilità di accesso ai luoghi di gioco o le politiche nazionali in merito allazzardo; vi sono poi fattori relazionali legati al rapporto con i genitori e al controllo parentale e infine fattori individuali come le credenze riguardanti il gioco dazzardo stesso. Relativamente allassociazione con lutilizzo di sostanze psicoattive, emergono percentuali di consumo maggiori tra i giocatori, in particolare tra coloro che hanno utilizzato la modalità online». Nel rapporto ESPAD®Italia di prossima pubblicazione ci sarà anche un focus dedicato al gaming e al suo rapporto con il gambling.

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