Le vacanze estive sono spesso sinonimo di relax, libertà, pausa dal lavoro o dallos tudio. Ma per chi convive con una dipendenza da gioco d’azzardo o è a rischio di giocare compulsivamente, l’estate può trasformarsi in un periodo ad alto impatto emotivo. Le giornate si allungano, le routine si spezzano, i luoghi si svuotano. E la solitudine, silenziosa, ma insidiosa, può diventare il detonatore di vecchie abitudini o di nuove tentazioni. Come riempire il tempo libero?
Il gioco d’azzardo patologico è un disturbo serio, spesso invisibile agli occhi di chi sta intorno al giocatore o alla giocatrice. Si manifesta come un impulso incontrollabile a giocare, nonostante le perdite economiche, le difficoltà familiari, il malessere interiore. Durante le vacanze estive, questo impulso può acuirsi, in particolare se mancano stimoli alternativi o relazioni positive.
Quando l’estate fa paura
Per molti, l’estate rappresenta un momento di leggerezza. Ma per chi lotta con la dipendenza dal gioco, può essere un periodo destabilizzante:
- Più tempo libero significa più occasioni per giocare.
- La rottura della routine quotidiana riduce i punti di riferimento.
- La solitudine estiva, in particolare per chi non parte o vive in contesti isolati, può alimentare il desiderio di evasione attraverso il gioco.
- L’illusione di “recuperare” con una vincita le spese extra delle vacanze è una trappola diffusa
Come possono aiutare i familiari?
Chi vive accanto a una persona che ha problemi di gioco ha un ruolo delicato, ma fondamentale. Non si tratta di “controllare”, ma di creare alternative, sostenere, essere presenti. Ecco alcuni strumenti utili per affrontare insieme il periodo estivo:
1. Pianificazione anticipata Organizzare in anticipo le vacanze, anche se brevi, aiuta a ridurre i momenti vuoti e a prevenire situazioni a rischio. Attività all’aperto, gite, hobby condivisi: ogni esperienza positiva è un’àncora cui aggrapparsi.
2. Supporto sociale Favorire le relazioni con amici, parenti, gruppi di sostegno può spezzare l’isolamento. La rete sociale è uno dei principali fattori di protezione contro la ricaduta.
3. Attività sostitutive Sport, arte, musica, volontariato, momenti in natura: ogni nuova abitudine può trasformarsi in un antidoto al desiderio di gioco. L’importante è che generi piacere e coinvolgimento reale.
4. Supporto psicologico Affidarsi a un professionista, come uno psicologo o i servizi SerD, può aiutare a comprendere le radici della dipendenza e offrire strumenti concreti per affrontarla. Su Se questo è un gioco, è possibile trovare una chat di supporto online e i contatti utili per ricevere aiuto per chi gioca, oltre al servizio gratuito per la famiglia.
5. Gestione dello stress Tecniche di rilassamento come la respirazione consapevole, la meditazione o lo yoga possono diventare preziosi alleati per affrontare l’ansia e le emozioni difficili, spesso alla base del comportamento di gioco.
Quando l’estate può essere un nuovo inizio
Nonostante le insidie, le vacanze estive rappresentano anche un’opportunità. Un tempo di pausa in cui prendersi cura di sé, cambiare prospettiva, chiedere aiuto. Uscire dalla trappola del gioco è possibile, anche d’estate. Basta non restare soli e ricordare che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di coraggio.
Su Se questo è un gioco trovi informazioni, consigli, supporto concreto e contatti per affrontare il gioco d’azzardo. Se tu o una persona cara vivete un momento difficile, la nostra rete di sostegno è attiva anche d’estate. Scrivici, parlane, non rimandare. Perché la vita non è un gioco. E nemmeno le vacanze.
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