Le luci, i regali, le riunioni familiari: il Natale dovrebbe essere un momento di gioia. Ma per chi vive accanto a una persona con problemi di gioco d’azzardo, le festività possono trasformarsi in un periodo di ansia e preoccupazione ulteriori.
Le feste natalizie sono un periodo difficile
Se siete familiari di giocatori d’azzardo, sapete già quanto questo periodo dell’anno possa essere delicato. Le tentazioni aumentano, il tempo libero si dilata, gli stimoli sono ovunque: dal gratta e vinci regalati “per scherzo” (“Dai, è Natale, giocati ‘sto gratta e vinci!” che può diventare l’innesco di una ricaduta) alla tombola con soldi veri, dalla pubblicità martellante delle lotterie di Natale ai momenti di solitudine, mascherati da festa. Ma anche raccolte fondi informali basate sul caso (estrazioni, rifas, pesche di beneficenza…) oppure l’alcol che scorre più liberamente. Tutto questo può abbassare le difese e rendere più difficile dire “no” a una tentazione improvvisa.
E poi esiste un bias psicologico comune: “L’anno nuovo porta fortuna”, “Questo è il momento giusto per vincere”, “Merito un regalo dal destino dopo un anno difficile”… Questo pensiero magico – alimentato anche dalla pubblicità delle lotterie – crea l’illusione che dicembre sia un momento “speciale” in cui le probabilità siano diverse. Non è così, ma la mente di chi gioca ci crede. E poi ancora serate tra amici con “giochini innocenti” che implicano denaro. Anche quando non c’è intenzione di nuocere, questi stimoli riattivano meccanismi cerebrali potentissimi legati alla dipendenza.
Inoltre chi ha problemi con l’azzardo spesso vive con lo stress da aspettative (“Devo essere felice, devo far felici gli altri”) oppure con un persistente senso di inadeguatezza, perché i confronti con gli altri, aumentano il proprio senso di fallimento. Inoltre la percezione di solitudine amplificata per chi per esempio ha perso persone care. E non da ultima la pressione economica: ci sono i regali da comprare, ma anche i debiti da saldare.
C’è una buona notizia in famiglia
Il ruolo della famiglia può fare davvero la differenza. Non si tratta di “controllare” o “curare” chi ha problemi di azzardo – questo è compito di professionisti. Si tratta di creare un ambiente protettivo, di offrire alternative sane, di essere presenti nel modo giusto.
Creare alternative di gioco sane, strutturate e piacevoli
Chi ha problemi di gioco non smette solo “evitando” la tentazione. Ha piuttosto bisogno di esperienze sostitutive che generino piacere, coinvolgimento, senso di scopo, senza rischio. Non basta dire “non giocare”. Bisogna offrire qualcosa che riempia quel vuoto in modo sano.
Alcuni consigli:
- Giochi da tavolo collaborativi (non legati al caso) che riducono la competizione individuale e non attivano i meccanismi di eccitazione tipici del gioco d’azzardo. Non c’è denaro in palio, non c’è “quasi vittoria” che spinge a rigiocare compulsivamente, non c’è senso di rivalsa. Solo collaborazione, ragionamento condiviso e il piacere di risolvere problemi insieme.
- Attività creative manuali come puzzle, escape room casalinghe…
- Cucinare insieme
- Serate a tema come una maratona di film natalizi o il karaoke in casa…
- Volontariato come distribuire pasti ai senza tetto, partecipare a iniziative di quartiere, donare tempo a una causa che sta a cuore… Il volontariato sposta il focus dall’impulso personale all’aiuto verso gli altri, genera senso di utilità e autostima, riempie il tempo in modo significativo, crea connessioni sociali sane.
Se questo articolo ti è stato utile, condividilo con altri familiari che potrebbero beneficiarne. La consapevolezza si diffonde attraverso la condivisione. E se in famiglia ci sono problemi di azzardo, non esitare a confrontarti con professionisti. Ti ricordiamo il nostro servizio gratuito di supporto per le famiglia qui.

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