FederSerd è l’organizzazione nazionale che raggruppa i professionisti dei Dipartimenti e dei Servizi per le Dipendenze con un diffuso radicamento sui territori regionali, riconosciuta e aderente alla FISM,
la Federazione Italiana delle società medico scientifiche. Medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri, educatori che quotidianamente lavorano con le persone affette da dipendenza sia da sostanza che comportamentale e con le loro famiglie.
Uno spazio con competenze scientifiche e cliniche specifiche, dal 2009 viene riservato al gioco d’azzardo patologico che nel 2013 ha preso il nome di Gambling on line therapy. «Nel contesto italiano si tratta dell’unico servizio – anonimo e gratuito – che offre terapia online ai giocatori e alle giocatrici» ci spiega il responsabile, lo psichiatra Maurizio Fea: «Gambling online therapy è un servizio totalmente gratuito, gestito da professionisti che, nel rispetto dell’anonimato, offrono un percorso terapeutico online alle persone che hanno sviluppato problemi (psicologici, relazionali, legali) dovuti agli eccessi di gioco d’azzardo. Inoltre, il servizio offre consulenza e orientamento a familiari e amici».
Come è nato il servizio Gambling online therapy e come si è sviluppato in questi 10 anni?
Nel 2009 gestivamo un servizio di supporto per i giocatori e le giocatrici d’azzardo: si trattava di un help line. Analizzando però la domanda, sempre maggiore, che in quegli anni ricevevamo, abbiamo deciso di dare vita
a un nuovo servizio di più ampia portata. Le persone che si rivolgevano a noi, infatti, aumentavano progressivamente e soprattutto più del 50% di loro chiedeva non tanto un consiglio in merito a dove e a chi rivolgersi, ma necessitavano di un aiuto immediato e concreto. E così è nato Gambling online therapy,
il servizio di terapia online e anonima disponibile su tutto il territorio nazionale. L’abbiamo impostato rifacendoci ai modelli terapeutici internazionali online. Non ce ne sono molti, per cui ci siamo confrontati con quelli che hanno dato buoni risultati in Australia, Canada e Stati Uniti.
Quante persone si rivolgono al servizio Gambling online therapy?
In 10 anni si sono registrate al servizio più di 8.000 persone, molte delle quali poi non hanno seguito il percorso terapeutico; 3.000 di loro hanno completato la terapia. A tre e a sei mesi dalla conclusione della terapia viene chiesto di compilare un format di follow up a cui risponde solo una parte. I risultati sono molto lusinghieri, ma parziali, poiché il follow up è volontario e per via dell’anonimato non è possibile richiamare i pazienti.
Quanti uomini e quante donne si sono rivolti a voi?
Come sempre le donne che chiedono aiuto sono molte meno: sulle 8.000 richieste, 6.500 sono state fatte da uomini.
Quale è l’età media dei giocatori e delle giocatrici che si rivolgono al servizio?
La fascia d’età prevalente per gli uomini è dai 25 ai 45 anni, mentre per le donne è dai 43 anni in su.
Per quanto riguarda invece le condizioni sociali e personali che spingono le persone a giocare d’azzardo fino ad ammalarsi, ci sono fattori comuni?
No, le condizioni sociali sono eterogenee, anche se c’è una prevalenza di adulti giovani che in gran parte hanno una attività lavorativa e un reddito. Gli anziani sono in numero minore, molto probabilmente per la minore dimestichezza con l’online.
Per quanto riguarda invece le motivazioni che inducono le persone a giocare d’azzardo in modo problematico e patologico anche in questo caso sono molto eterogenee. Riscontriamo come la dipendenza da azzardo si manifesti quando i vari fattori di rischio ambientali (disponbilità dei giochi, frequentazioni amicali, consuetudini familiari) incrocino la propensione personale all’azzardo fatta di curiosità, desiderio di evasione, di modulazione di stati affettivi negativi o di bisogno di eccitazione. Talora si innestano anche su variabili dolorose della vita come la perdita del lavoro, un lutto, una separazione, un trauma…
Ogni giocatore o giocatrice è seguito dallo stesso terapista?
Certamente, anche se la terapia è in anonimato, il terapista è sempre lo stesso.
Sono direttamente i giocatori a chiamare oppure ci sono anche familiari o amici?
Il servizio è strutturato e organizzato per accogliere la domanda di cura espressa direttamente dal giocatore problematico, ma talora ci sono familiari che chiedono per conto di un loro congiunto.
Che cosa permette di uscire dalla dipendenza da gioco d’azzardo?
Il primo imprescindibile fattore è la motivazione personale, senza questa c’è poco da fare. È perciò il giocatore o la giocatrice che si deve rendere conto di avere bisogno e di volere un aiuto. Solo da quel momento è possibile attuare un percorso terapeutico che sia efficace.
Come si svolge la terapia?
Noi utilizziamo il modello terapeutico cognitivo-comportamentale che viene utilizzato nella psicoterapia in presenza. Adottiamo perciò procedure standardizzate e verificate. Questo infatti è il modello che ad oggi la letteratura dimostra funzionare meglio.
Come vi comportate nel caso di polidipendenze?
Il servizio Gambling online therapy si occupa solo di gioco d’azzardo patologico. Se la persona in terapia soffre di altre dipendenze, mettiamo in atto una rete di supporto psicoterapico con gli specialisti della altre addiction dei servizi territoriali. Inoltre, nel caso di pazienti già seguiti da psicoterapeuti o da psichiatri non abbiamo nessun problema a lavorare in collaborazione. Negli anni abbiamo visto che questa modalità di lavoro in rete multidisciplinare funziona, così come i follow-up che eseguiamo i mesi successivi alla fine della terapia, formulando domande che riguardano la vita familiare della persona, il lavoro, le relazioni e anche la sfera emozionale.
Il servizio Gambling online therapy viene erogato anche grazie a fondi di Sisal e IGT. A noi di Se questo è un gioco questa sembra una contraddizione, tanto che per primi rifiutiamo di accedere a contributi di enti o realtà o imprese che favoriscono il gioco d’azzardo. Voi come vivete questa contraddizione, se la ritenete tale?
Noi non consideriamo una contraddizione ricevere contributi economici da parte di realtà come Sisal o IGT che servono per sostenere un servizio di aiuto e di cura rivolto a chi soffre di dipendenza da gioco d’azzardo. La nostra è un’attività di cura che ha bisogno di finanziamenti per poter assicurare un servizio efficace e di qualità. Semmai la contraddizione può riguardare le imprese che favoriscono il gioco d’azzardo e che poi offrono contributi per curarne gli effetti negativi, ma questo non impedisce di essere buoni terapeuti né condiziona in alcun modo l’attività di cura.
Sarebbe allora contraddittorio anche ricevere i fondi pubblici [che Se questo è un gioco non riceve, ndr] dato che pure lo Stato è un attore implicato nel favorire il gioco d’azzardo.
Sicuramente si tratta di una questione complessa quella dei finanziamenti, che è costata alla Federazione l’ostracismo da parte di anime belle che per altro non hanno avuto remore a farsi finanziare con fondi pubblici la terapia con gli asini, per curare i disturbi da gioco d’azzardo. Su richiesta specifica di queste anime belle, FeDerSeD è stata espulsa dall’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo del Ministero della Salute con la motivazione del conflitto di interesse. Argomentazione fallace, poiché è messo in chiara evidenza nella home page del sito che Sisal e Igt sostengono questa iniziativa e non abbiamo mai avuto obiezioni o riserve da parte dei giocatori che si sono rivolti al servizio. Un albero si giudica dai frutti che porta, ma spesso si preferisce gridare allo scandalo come i Farisei nel Vangelo.
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