Un interessante progetto di cui ha parlato il New York Times sembrerebbe suggerire che l’intelligenza artificiale possa identificare e addirittura curare il Disturbo da Gioco d’Azzardo o quantomeno ridurre la dipendenza in alcune persone, bloccando le loro tendenze al rischio e alle scommesse.
Il New York Times riporta come la compagnia Mindway e un team di ricercatori dell’Università di Aarhus, in Danimarca, stiano utilizzando il machine learning e la psicologia nel progetto chiamato Mindway AI che calcola le tendenze al rischio a cui è predisposto il giocatore.
Si tratta di un dispositivo pensato per contesti a rischio patologico che possa aiutare i giocatori a rendersi conto del problema, prima di spendere tutto il denaro. Questo sistema è stato adottato in alcuni casinò e da alcune compagnie di gioco d’azzardo online e, secondo i dati di Mindway, i risultati dell’IA sono affidabili al 98%.
Questa intelligenza artificiale, tramite una serie di algoritmi, identifica 14 fattori diversi ai quali viene dato un punteggio che va da 0 a 100, come per esempio il tempo passato online, le variazioni del conto in banca, il cambio delle abitudini in rete… Quindi l’IA traccia il profilo dell’utente con un sistema a “semaforo”. Se la luce è verde, vuol dire che è il giocatore è ‘sano’; se è gialla, allora il giocatore è a rischio; se invece è rossa, c’è una dipendenza in atto.
Il doppio paradosso
Ovviamente identificare il disturbo da gioco d’azzardo o il rischio patologico non significa risolverlo e non è sufficiente per curarlo. Tuttavia l’IA può rivelarsi efficace, quando, una volta identificato il rischio, si intercetta il giocatore. Eppure, nonostante Mindway abbia dichiarato che i risultati della sua intelligenza artificiale sono corretti al 98%, il problema principale sembra risiedere proprio nella comunicazione con il giocatore. È difficile, infatti, mettersi in contatto in modo efficace con chi è a rischio, soprattutto quando l’allerta arriva dai casinò online che non possono utilizzare modalità face to face per parlare con i propri utenti. Quindi, come spesso accade quando si tratta di azzardo, ci si scontra con il paradosso, in questo caso duplice. Un paradosso nel paradosso. Il primo è l’utilizzo di uno strumento per la prevenzione dell’azzardo patologico, installato nei luoghi che sono concausa principale della patologica stessa; il secondo è il fatto di non poter comunicare alla persona interessata il rischio che sta correndo o comunque l’inefficacia della comunicazione.
Finora infatti le compagnie che hanno utilizzato email, pop-up e messaggi telefonici per allertare i propri clienti hanno riscontro uno scarso successo. Per questo Mindway ha suggerito di fornire alla sua stessa intelligenza artificiale una modalità per chiamare direttamente i giocatori affetti da ludopatia.
Un altro problema è che, introducendo arbitrariamente limitazioni al gioco d’azzardo per gli utenti a rischio, questi potrebbero semplicemente rivolgersi ad altre piattaforme di scommesse o utilizzarne diverse contemporaneamente , peggiorando ulteriormente la loro situazione.
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