Il lato nascosto del gaming

da | 12 Dicembre 2025

Il Natale si avvicina e arriva il momento dei regali. Ma non tutti i giochi sono uguali, e soprattutto i videogiochi. Alcuni nascondono meccanismi che hanno molto in comune con l’azzardo. Questo articolo vuole offrire consapevolezza, non allarmismo: capire la connessione tra gaming e gambling ci aiuta a fare scelte più informate per noi e per chi amiamo. Inoltre offre una guida semplice, pratica e completa per aiutarti a capire come scegliere videogiochi ‘sani’ sia per i giovani che per gli adulti, perché ad ogni età si può cadere nelle trappole del gaming compulsivoo. Non si tratta di demonizzare i videogiochi o di tornare indietro nel tempo, ma di fare scelte informate che proteggano chi amiamo, specialmente i più giovani.

Certo, i videogiochi possono essere esperienze positive: stimolano la creatività, favoriscono il gioco di squadra, sviluppano capacità strategiche e decisionali rapide. Tuttavia, l’industria del gaming ha progressivamente integrato meccanismi tipici del gioco d’azzardo, creando un continuum pericoloso tra le due pratiche.

La differenza fondamentale tra un gioco sociale e uno problematico la fanno le meccaniche del gioco e il modo in cui viene utilizzato.

Non è un caso che l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia inserito il gaming disorder (dipendenza da videogiochi) nel capitolo sui Disturbi mentali, comportamentali e dello sviluppo neurologico, subito dopo il disturbo da gioco d’azzardo. Non perché “tutti i videogiochi siano pericolosi”, ma perché alcune meccaniche moderne imitano intenzionalmente quelle dell’azzardo.

L’OMS definisce gaming disorder una condizione caratterizzata da: perdita di controllo sul gioco; priorità crescente data al gaming rispetto ad altre attività quotidiane, continuazione del gioco nonostante conseguenze negative per almeno 12 mesi.

Cos’è il gaming disorder e come riconoscerlo

Chi gioca ai videogame molte ore può manifestare diversi sintomi preoccupanti come: 

  • stress e ansia
  • depressione
  • problemi fisici (disturbi ai polsi, metabolici, del ritmo circadiano)
  • alessitimia (difficoltà a riconoscere le proprie emozioni)
  • solamento
  • calo del rendimento scolastico/lavorativo
  • alterazioni neurologiche studiate sempre più frequentemente dai neuroscienziati.

La ricerca scientifica ha dimostrato una correlazione preoccupante: i giocatori d’azzardo hanno maggiori probabilità di giocare ai videogiochi, e viceversa. Questo effetto gateway è particolarmente pericoloso per i più giovani: chi si abitua a spendere denaro in contesti con esito casuale ha una probabilità significativamente più alta di sviluppare problemi con il gioco d’azzardo in futuro. Tutto questo non deve spaventare, ma aiutare a fare attenzione ai segnali.

I 9 punti in comune tra gaming e gambling

Ecco le strategie che l’industria sfrutta a proprio vantaggio per creare sempre più giocatori dipendenti sia nel gaming che nel gambling.

1. Spesa di denaro reale

Molti videogiochi adottano il modello free-to-play che permette di scaricare gratuitamente i giochi, ma poi si chiedono microtransazioni continue. Il gioco è infatti costruito per spingere al pagamento impulsivo tramite: offerte a tempo limitato, bonus, notifiche pressanti. Si tratta del sistema pay to win che fa progredire nel gioco se paghi. Si tratta della stessa dinamicha dei bonus dei siti di scommesse.

2. Loot Box e Gacha Game

Le loot box (cassette premio) sono contenitori virtuali che offrono ricompense casuali: oggetti, armi, skin, vantaggi di gioco… Possono essere ottenute giocando o, più spesso, pagando con denaro reale. L’OMS ha segnalato esplicitamente la pericolosità di queste meccaniche, collegate al gaming disorder. Le loot box infatti riproducono dinamiche identiche al gioco d’azzardo, favoriscono l’abitudine a pagare per un esito casuale, rinforzano comportamenti impulsivi e generano aspettative distorte sul valore dei premi.

Lo stesso meccanismo viene usato anche per i Gacha Game, un termine che deriva dalle gachapon giapponesi, quelle macchinette dove inserisci una moneta e ottieni una capsula a sorpresa con un giocattolo casuale. Nei videogiochi gacha funziona esattamente allo stesso modo: vuoi ottenere un personaggio o oggetto forte, ma non puoi comprarlo direttamente. Devi invece “tirare” in un sistema casuale tipo slot machine, spendendo valuta premium acquistata con soldi veri, per ottenere un risultato completamente casuale. Le probabilità di ottenere gli oggetti migliori sono spesso bassissime, tra lo 0,5% e il 2%, rendendo necessarie decine o centinaia di tentativi. 

Questi giochi utilizzano meccanismi manipolativi estremi come personaggi disponibili solo per tempo limitato che creano paura di perdere l’opportunità (FOMO), i nuovi personaggi sono sempre più forti rendendo obsoleti i vecchi, sistemi di “garanzia” dopo numerosi tentativi falliti spingono a continuare (“dopo 90 tentativi sei garantito di ottenere…”) e la spinta alla collezione completa diventa compulsiva. I costi possono diventare stratosferici: sono documentati casi di persone che hanno speso migliaia di euro in questi giochi. Il problema più grave è che questi titoli sono spesso rivolti a bambini e adolescenti, con grafiche colorate in stile anime e cartoon, presentati come giochi “gratuiti” di collezione, quando in realtà sono vere e proprie slot machine mascherate.

3. Meccanismi di rinforzo intermittente

Chi gioca riceve premi in modo imprevedibile, stimolando il rilascio di dopamina e favorendo la ripetizione compulsiva del comportamento. È lo stesso identico meccanismo delle slot machine.

4. Near-miss e illusione di controllo

La “quasi vittoria” aumenta la motivazione a continuare. Molti giochi danno l’illusione di poter controllare l’esito anche quando il risultato è puramente casuale, alimentando così la dipendenza.

5. Accessibilità e semplicità

Regole semplici e immediate rendono questi giochi accessibili a tutti, inclusi i giovanissimi, la fascia più vulnerabile.

6. Social casino e eSports betting

Esistono videogiochi che simulano veri casinò e piattaforme dove si può scommettere su partite di eSports, normalizzando il gambling tra i giovani.

7. Design manipolativo

Luci, colori, animazioni, suoni, immersività: ogni elemento è studiato per massimizzare il tempo di permanenza e la spesa del giocatore.

8. Valute virtuali

Le monete virtuali creano distanza psicologica dal denaro reale, facilitando la spesa eccessiva e aumentando la somiglianza con il gambling. Si tratta di diversi tipi di monete per esempio le monete oro ossia giochi gratis, ma procedi lentamente. Le gemme che compri con soldi veri, i punti esperienza o pass premium a pagamento e anche i token speciali per eventi limitati. In questo modo chi gioca perde il senso del valore del denaro, perché il cervello non collega più per esempio le gemme con i soldi veri. Tutto con offerte ingannevoli e conversioni complicate. I più giovani non capiscono ancora bene il valore del denaro e le valute virtuali rendono tutto un “gioco” anche quando stanno spendendo soldi veri dei genitori.

9. Social gaming nei siti di azzardo

L’introduzione di funzionalità social nei siti di gioco d’azzardo crea un continuum esperienziale tra gaming e gambling, tanche che spesso, i proprietari di siti di videogiochi e di azzardo sono gli stessi.

Cosa protegge i giovani?

La ricerca scientifica indica due fattori protettivi fondamentali. A livello familiare la presenza di regole chiare sull’uso dei videogiochi e il supporto emotivo costante. A livello sociale politiche nazionali di salute pubblica robuste e minori disuguaglianze economiche. Il rischio di gaming problematico è infatti maggiore in Paesi con forti disuguaglianze economiche e investimenti scarsi nella salute pubblica.

Sotto l’Albero regaliamo giochi veri

Questo Natale possiamo fare scelte mirate alla salute. Esistono moltissimi giochi che offrono divertimento genuino, sfida intellettuale, socializzazione reale, senza meccanismi manipolativi o richieste continue di denaro.

Anzitutto i giochi da tavola come quelli di narrazione e creatività, ma anche i giochi cooperativi meritano un’attenzione speciale perché offrono un’alternativa preziosa alla competizione. Così pure quelli che implicano una pianificazione strategica, gestione risorse, decisioni sotto pressione. 

Videogiochi sani? Sì, esistono

Non tutti i videogiochi sono problematici e sì, ci può essere anche una modalità sana di giocare in digitale. Ecco allora una guida semplice e pratica per capire se il videogiocho che vuoi regalare non ha connessioni con l’azzardo.

Anzitutto non ci deve essere la possibilità di fare microtransazione e nemmeno loot box o gacha game. Quindi controlla che il modello di acquisto sia quello del buy to play, ossia paghi una sola volta per avere il gioco completo, senza dover continuare a spendere. Da evitare quindi il free to play (scarichi gratis, ma il gioco ti spinge continuamente a spendere per esempio per acquistare skin come in Fortnite o pass stagionali). Da evitare anche il buy to win, perché se paghi ottieni vantaggi competitivi nel gioco.

Come riconoscerli prima di acquistare:

  • Guarda la descrizione nello store: se dice “acquisti in-app” o “offre acquisti in-game”, probabilmente è free to play o pay to win
  • Leggi le recensioni: gli utenti segnalano sempre i giochi troppo “pay to win”
  • Se il prezzo è 0€ chiediti: “Come guadagnano i creatori?” La risposta di solito è: con le microtransazioni.

Oltre alle valute virtuali, un altro alert da tenere presente sono i season pass. Si tratta di abbonamenti a “stagioni” di contenuti che durano in media 2-3 mesi. Ogni stagione del gioco ha nuove missioni, oggetti, ricompense… perciò chi gioca deve completare sfide per sbloccare i premi. Questo meccanismo nasconde alcuni trucchi psicologici. Anzitutto può indurre la FOMO (Fear Of Missing Out = “paura di perdere qualcosa”), quindi, mettendo timer e scadenze, crea pressione a giocare ogni giorno. Inoltre, se hai pagato, ti senti obbligato a giocare per “non sprecare i soldi”. Infine ogni 2-3 mesi ti riabboni spendendo così più del prezzo di un gioco completo. Si tratta di  un modello che trasforma il gioco in un lavoro a pagamento: paghi per avere il diritto di “lavorare” (completare sfide) per ottenere ricompense virtuali.

Infine attenzione sempre anche alle notifiche push aggressive e controlla la classificazione PEGI per l’età appropriata. Il sistema PEGI indica anche le icone tematiche. Le due più importanti sono “acquisti in-app” e “gioco d’azzardo simulato”. Se compaiono, meglio prestare molta attenzione.

Consigli pratici per le famiglie

Stabilire regole sane

  • Tempo limitato di gioco concordato in famiglia
  • Nessuna carta di credito collegata agli account di minori
  • Giocare insieme quando possibile, per osservare i contenuti
  • Dialogare sull’esperienza di gioco, senza giudicare
  • Alternare videogiochi con altre attività (sport, lettura, giochi da tavolo)

Su tutte le console (PlayStation, Xbox, Nintendo) e smartphone si possono: impostare limiti orari, disattivare pagamenti, richiedere autorizzazione per ogni acquisto, bloccare chat e contatti esterni e monitorare il tempo di gioco.

Come parlarne con i figli senza conflitti

La comunicazione è il vero fattore protettivo. Per questo si consiglia di evitare frasi come: “Stai sempre davanti ai videogiochi!”,  “Smettila subito!” oppure giudizi o accuse. Piuttosto meglio privilegiare  domande aperte (“Cosa ti piace di questo gioco?”), osservazioni (“Mi sembra che ti stia stressando un po’…”),  partecipazione (“Me lo fai vedere? Mi incuriosisce”) e una  curiosità genuina. Il dialogo aiuta a costruire fiducia e riduce il rischio di conflitto.

Segnali di allarme

Fai attenzione se noti:

  • Richieste crescenti di denaro per “completare” giochi
  • Irritabilità quando si chiede di smettere di giocare
  • Isolamento sociale progressivo
  • Calo del rendimento scolastico
  • Disturbi del sonno legati al gioco notturno
  • Ansia o agitazione quando non si può giocare

In questi casi, non esitate a confrontarti con professionisti. Ti ricordiamo il nostro servizio gratuito di supporto per le famiglia qui. Se questo articolo ti è stato utile, condividilo con altri familiari che potrebbero beneficiarne. La consapevolezza si diffonde attraverso la condivisione.

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